Flavio Rossetto, candidato con la Lista n.2 “ANAPA per rinnovare Fonage”, interviene sul futuro del Fondo Pensione Agenti: “Gestione autoreferenziale, prestazioni tagliate, narrazioni fuorvianti. Ora serve una visione concreta e sostenibile”

Flavio Rossetto è un professionista di grande esperienza, con un solido percorso professionale che spazia dal settore assicurativo alla revisione contabile. Per anni titolare di un’agenzia nel cuore di Venezia, ha sempre unito l’attività imprenditoriale a un impegno sindacale costante, prima in Unapass e poi in ANAPA Rete ImpresAgenzia. Anche se ha ormai traguardato l’età pensionabile, Rossetto non ha mai smesso di contribuire con la sua esperienza al futuro della professione. Dopo aver ricoperto il ruolo di revisore dei conti per Unapass, e di numerose altre realtà, oggi continua a collaborare con E.N.B.Ass. l’ente bilaterale delle agenzie di assicurazione. Con entusiasmo, ha risposto alla chiamata per candidarsi nella Lista n.2, “ANAPA per rinnovare Fonage”, che ha come capolista Paolo Iurasek, vicepresidente nazionale di ANAPA Rete ImpresAgenzia (leggi l’elenco completo dei candidati) per il rinnovo dell’Assemblea dei Delegati del Fondo Pensione Agenti. In questa intervista, Rossetto affronta con lucidità e tono diretto i nodi irrisolti della storia recente di Fonage, denunciando una gestione poco lungimirante e rivendicando la necessità di un cambiamento profondo
Che giudizio dà delle note vicende di Fonage?
È doloroso constatare il fallimento di una gestione che ha compromesso le aspettative previdenziali di un’intera categoria. Basterebbe osservare l’entità delle prestazioni attuali, dopo i pesanti tagli dovuti al risanamento del Fondo, per comprendere l’impatto di scelte caratterizzate da autoreferenzialità, scarsa lungimiranza e pressapochismo. Ancora più paradossale è l’atteggiamento dello SNA, che continua a presentarsi come il salvatore di Fonage, ignorando la realtà di chi ha subito tagli fino al 50% delle prestazioni dopo decenni di contributi versati. La narrazione autocelebrativa sul presunto salvataggio del modello a “prestazione definita” si scontra con la concretezza di trattamenti previdenziali che, per molti, sono ormai del tutto insufficienti a far fronte a una quotidianità sempre più costosa.
Un modello difeso a oltranza, senza guardare la realtà
La vicenda di Fonage dimostra quanto sia essenziale una gestione basata su principi di sostenibilità e adeguatezza. Il modello “a prestazione definita”, ormai una rarità nel panorama italiano dopo le riforme pensionistiche degli anni ’90, è stato difeso con ostinazione, senza una reale valutazione del contesto demografico e dell’evoluzione produttiva e sociale, né sulla sostenibilità sul lungo periodo. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: mentre la maggior parte dei fondi ha adottato il sistema “a contribuzione definita”, garantendo una maggiore stabilità nel lungo periodo, Fonage ha subito un ridimensionamento drastico delle prestazioni, con conseguenze dirette sulla qualità della vita degli iscritti. Oggi più che mai è necessario aprire un confronto serio e trasparente sul futuro della previdenza di categoria, evitando narrazioni propagandistiche e lavorando invece su soluzioni concrete che mettano al centro la tutela di tutti gli iscritti.
Ma i segnali di crisi di Fonage erano evidenti già prima del periodo di Commissariamento.
Certo, la situazione era talmente chiara ed evidente da risultare incomprensibile l’atteggiamento di chi ha preferito celarsi dietro un’ombra scarna, pur di non ammettere che bisognava ripensare l’intero impianto strutturale del Fondo. Fonage è oggi l’unico fondo a prestazione definita per lavoratori autonomi, ma quella degli agenti è una categoria in evidente fase di invecchiamento e, spesso, solo chi ha una tradizione familiare si avvicina a questa professione. Oltretutto, un ostacolo non indifferente per le nuove generazioni è la normativa ANA 2003, che impone costi rilevanti in caso di cessione del portafoglio, scoraggiando l’ingresso di nuovi agenti. Questa norma, sostenuta tanto dal Sindacato Nazionale Agenti quanto dall’Ania, sembra più tutelare le compagnie che favorire il ricambio generazionale, mentre di rinnovo dell’Accordo si continua a tacere. Insomma, per difendere una posizione ideologica, non si è voluto guardare alla sostenibilità futura del Fondo Pensione Agenti, senza dimenticare che fu sempre lo SNA a far saltare il progetto di risanamento con il passaggio al sistema contributivo, che comportò la rinuncia ai 20 milioni offerti dall’Ania, elevabili a 25 milioni. Una cifra che avrebbe certamente alleggerito i tagli drastici imposti dall’ultimo intervento della Covip.
Oggi però i risultati di Fonage sono buoni
Riflettono il periodo favorevole di rialzo dei tassi, ma nel caso delle forme previdenziali, proprio per le loro peculiarità, i rendimenti vanno misurati su orizzonti temporali più lunghi, di almeno un decennio. E su quell’orizzonte, stiamo parlando del nulla. L’eccessiva enfasi sui risultati positivi perde del tutto significato se si tiene conto del dimezzamento delle prestazioni che erano state promesse. La totalità dei pensionati è consapevole del fatto che a quella soglia non potrà mai più neanche lontanamente avvicinarsi. Tuttavia, i costi di gestione del Fondo continuano a essere elevati.
Di recente, il Cda di Fonage ha ottenuto dalla Covip una proroga del mandato di 12 mesi per portare a compimento alcune dismissioni del patrimonio immobiliare e la trasformazione digitale. Tuttavia, la proposta di proroga su argomenti che non sembrano tali da giustificarne la richiesta fu fatta votare per 18 mesi non per un anno, con i soli 2 voti contrari di Anapa. Ma di questo non mi sembra se ne parli.
È solo un altro esempio su cui dovrebbero riflettere un po’ tutti. Le elezioni per il rinnovo dell’Assemblea dei Delegati del Fondo Pensione Agenti sono l’occasione per chiudere con una gestione autocratica e dare nuova linfa a Fonage. La Lista n.2 “ANAPA per rinnovare Fonage”, si propone con un approccio diverso: inclusivo, trasparente, orientato alla condivisione degli obiettivi nell’interesse di tutti i colleghi. Sappiamo bene che la quotidianità ha portato molti ad assumere un atteggiamento di apatia o disinteresse verso l’associazionismo e la rappresentanza. Tuttavia, il cambiamento è possibile. E questo è il senso del nostro impegno: coinvolgere anche chi oggi si sente distante da certe dinamiche, ma che dovrebbe prestare attenzione almeno agli aspetti previdenziali, perché riguardano direttamente la qualità della propria vita presente e futura.
a cura di Vincenzo Giudice
Foto in copertina: Flavio Rossetto