ANAPA Associazione Nazionale Agenti Professionisti di Assicurazione

IntervisteCecilia Ceselli: "È il momento di un cambiamento per il Fondo Pensione Agenti"

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In vista del rinnovo dell’assemblea del Fondo Pensione Agenti di Assicurazioni, Intermedia Channel ha ascoltato l’opinione di Cecilia Ceselli, componente dell’assemblea uscente e candidata nella lista “ANAPA per rinnovare Fonage”, presentata da ANAPA Rete ImpresAgenzia

In vista delle elezioni per il rinnovo dell’assemblea del Fondo Pensione Agenti di Assicurazioni (Fonage), Intermedia Channel ha incontrato Cecilia Ceselli, componente dell’assemblea uscente e candidata nella lista “ANAPA per rinnovare Fonage”, presentata da ANAPA Rete ImpresAgenzia, con Paolo Iurasek, vicepresidente nazionale di ANAPA, come capolista (vedi in allegato tutti i componenti della lista).

Figlia d’arte e titolare dell’agenzia Cattolica Assicurazioni di Livorno, dove è entrata subito dopo la laurea in Scienze Finanziarie e Assicurative all’Università Cattolica di Milano, Ceselli vanta una solida esperienza nel settore. Oltre a essere membro della Giunta nazionale di ANAPA Rete ImpresAgenzia, è membro della Giunta del Gruppo Agenti Cattolica Assicurazioni (GAA) ed è presidente della sezione regionale Toscana di ANAPA.

Cecilia Ceselli è determinata a portare una nuova visione all’interno di Fonage. La sua proposta è chiara: un Fondo più trasparente, equo e moderno, capace di rispondere a un’esigenza urgente di cambiamento, cercando di coinvolgere tutti gli agenti, indipendentemente dalla loro appartenenza sindacale.

Cecilia Ceselli, attuale membro dell’assemblea dei soci di Fonage, ha potuto constatare come il confronto all’interno del Fondo sia limitato, per non dire nullo. Quali motivazioni la spingono a candidarsi nella lista “ANAPA per rinnovare Fonage” in vista del rinnovo dell’assemblea del Fondo Pensione Agenti?

“Da sempre mi impegno per la categoria degli agenti di assicurazione, che credo debba essere rappresentata con maggiore equità. Il Fondo Pensione Agenti, che dovrebbe essere un bene comune dove tutti gli agenti hanno accesso e voce, è di fatto controllato dallo SNA. Ciò è la conseguenza di un sistema di candidatura e rappresentanza che rende molto difficile entrare a chi non è iscritto ad alcun sindacato, in questo modo si escludono molti agenti che non possono far sentire la propria voce. È giunto il momento di cambiare questa situazione”.

Attualmente, quali sono i principali problemi?

“Un esempio lampante di quanto appena detto sull’egemonia dello SNA, è la proposta di proroga di 18 mesi per il Consiglio di Amministrazione e il Collegio Sindacale, che è stata avanzata in deroga agli articoli 16 e 21 dello Statuto. Mentre nessuno vuole criticare l’operato del Cda, la motivazione di fondo per questa proroga è del tutto insufficiente. Se lo Statuto è stato pensato per garantire un avvicendamento degli organismi ed evitare gli effetti nefasti di una eccessiva permanenza in carica, la proroga dei termini ritengo debba essere supportata da ragioni di fondamentale importanza. Per portare avanti i progetti di dismissione del patrimonio immobiliare (le famigerate caserme) e la digital transformation non è a mio parere importante che non cambi il Cda fino a giustificare una deroga a uno Statuto che prevede un avvicendamento regolare. Quando si modificano le regole in modo così sostanziale, occorrrerebbe una giustificazione molto più solida. Peccato che in sede di votazione solo i rappresentanti di ANAPA hanno votato contro, nonostante il processo di vendita degli immobili venga gestito da società specializzate del settore, non certo dal cda e che la digital transformation, riguarda la migrazione del gestionale amministrativo-contabile in linguaggio Java, un’operazione che comunque viene affidata a tecnici esperti”. 

Ma non mancano altre criticità

“Mi preoccupa molto la quota irrisoria che gli agenti e le Compagnie versano al fondo pensione. Parliamo di una cifra stabilita dall’Accordo ANA che risale al 2003 e che oggi non è più congrua. Se i nostri clienti ci chiedono di consigliare un fondo pensione, non diremmo mai di versare una cifra così bassa, che è totalmente insufficiente per costituire una Pensione Integrativa”.

Di quale cifra stiamo parlando

“Parliamo di una quota di 1.761 euro versati dall’agente e altrettanti dalla compagnia mandante. La situazione è grave anche perché, come è stato denunciato da diversi manager e agenti, la categoria fa sempre più fatica a rinnovarsi. Non ci sono giovani che si avvicinano alla professione e questo è anche il riflesso di un sistema che non offre le tutele di base.

Cosa intende per mancanza di tutele di base?

L’assenza di un contratto sindacale nazionale che tuteli gli agenti. È scaduto nel 2006 e oggi è più che mai necessario aggiornare le regole: si pensi uno fra tuitti all’istituto della Rivalsa. Inoltre, il rinnovo dell’Accordo Imprese-Agenti (ANA) è fondamentale anche sotto l’aspetto del quantum versato al FPA, ma si tende a sottovalutarne l’importanza, e se nel corso degli anni le trattative solo regolarmente saltate sappiamo bene chi dover ringraziare”.

Quindi, la proposta della lista “ANAPA per rinnovare Fonage” si concentra su una maggiore equità e inclusività per gli agenti di assicurazione?

Assolutamente sì. Penso che sia fondamentale stimolare tutti gli agenti a votare e a partecipare attivamente al cambiamento. Non possiamo più permetterci di restare indifferenti di fronte a una situazione che non fa altro che peggiorare. Non vogliamo che il clima all’interno della categoria continui a restare questo. Va detto infine che la procedura di votazione tramite posta non è un segno di grande modernità e trasparenza. Perché non utilizzare la PEC? L’Ania ha tutti gli indirizzi PEC che gli agenti sono obbligati ad avere, e questa modalità sarebbe molto più sicura e pratica per permettere a tutti di esprimere il proprio voto”.

Infine, cosa direbbe a chi continua a puntare l’indice su ANAPA, sostenendo che ai tempi del commissariamento avrebbe voluto smembrare il Fondo?

“Questa è una lettura totalmente errata della nostra posizione. Si accusa ANAPA di aver tentato di smembrare il Fondo. Capisco che a corto di argomenti sia molto più semplice crearsi un nemico, ma la realtà è completamente diversa.

La posizione di Anapa era stata la conseguenza della “irragionevolezza” di altri! Il vero danno è stato fatto dallo SNA, che ai tempi aveva detto “NO” a tutte le ipotesi di risanamento, legate al passaggio del Fondo al sistema “contributivo”. Una posizione che ha comportato per la categoria di rinunciare all’offerta dell’Ania di 20 milioni, elevabile a 25 milioni grazie alla mediazione del senatore Cassano, più 100 euro all’anno per ogni agente. Fu rifiutato per una questione di principio: mantenere la “prestazione definita”, salvo poi atterrare a un sistema contributivo “di fatto”…E senza il contributo dell’Ania!. A cosa è servito impuntarsi? Ne ha tratto beneficio la categoria? Direi di no, perché quella proposta avrebbe potuto alleggerire i tagli alle pensioni dei pensionati già in essere. Se un pensionato si vede ridurre il suo assegno integrativo da 800 a 350 euro, la situazione diventa insostenibile. I pensionati sono stati coloro sui quali la “mala gestio” precedente ha maggiormente fatto cadere la propria scure! In sintesi noi siamo lontani da queste logiche di mera presa di posizione, siamo fautori del dialogo: noi vogliamo solo trovare soluzioni “pragmatiche e di buon senso per tutti gli agenti”.

a cura di Vincenzo Giudice

Foto in copertina: Cecilia Ceselli