Un provvedimento che danneggia gli agenti e che non porterà alcun beneficio nelle Casse dello Stato. È quanto ha sottolineato il presidente di Anapa Rete ImpresAgenzia Vincenzo Cirasola, incontrando i parlamentari di maggioranza e opposizione per sollecitare la soppressione dalla Legge di Bilancio per il 2024 (AS n. 926) della disposizione che prevede l’inclusione della ritenuta di acconto per gli agenti di assicurazioni.
A Palazzo Madama gli incontri hanno coinvolto i senatori Claudio Borghi (Lega) e Gaetano Nastri (Fratelli d’Italia), che era già intervenuto a favore della categoria per stralciare l’obbligo all’iscrizione degli agenti all’Enasarco. A Montecitorio i deputati Cecilia Guerra (Pd), Ettore Rosato e Giulio Sottanelli (Azione-Italia Viva).
Nel dettaglio, nelle schede di lettura alla Legge di Bilancio l’introito previsto con la introduzione della ritenuta d’acconto è stato stimato in 583 milioni di euro nel 2024 e in 778 milioni di euro nei tre anni successivi. “Ma in realtà la norma – ha spiegato Cirasola – non porterà un centesimo nelle casse pubbliche, perché fondata su un’inverosimile ipotesi di evasione fiscale, che emergerebbe proprio grazie al provvedimento”.
Lo Stato, richiamandosi alle risultanze del “monitoraggio dell’evasione fiscale e contributiva”, stima che i compensi dichiarati dagli intermediari del settore assicurativo (broker, agenti, subagenti, produttori e procacciatori d’affari), pari a 9,3 miliardi di euro nel 2021, siano significativamente inferiori a quelli effettivamente percepiti e che, secondo il dossier parlamentare, sarebbero ammontati in quell’anno a ben 19 miliardi di euro. “La ritenuta d’acconto farebbe appunto emergere il sommerso, determinando gli introiti sopra indicati. In pratica, secondo le stime del Governo, ci sarebbe una presunta evasione fiscale (irpef e Ires), del 51% che è del tutto fantasiosa, visto che gli intermediari ricevono le provvigioni dalle proprie mandanti, che sono società quotate in borsa o con i bilanci comunque certificati, con i mandati di pagamento sempre tracciati. La stima sulla presunta evasione, non trova alcuna rispondenza con i dati di mercato, ampiamente verificabili” ha spiegato Cirasola.
Dalla relazione dell’Ania si ricava che nel 2022, le imprese del settore hanno versato complessivamente agli intermediari 8,6 miliardi di euro a titolo di provvigioni (vita e danni) per la distribuzione delle polizze. Di questa somma, circa 6 miliardi, sono transitati attraverso le agenzie di assicurazione, le altre tramite altri canali o altri costi, che vanno rimborsati agli intermediari. “Quindi – ha sottolineato Cirasola – i 9,3 miliardi di euro dichiarati, sono addirittura superiori agli 8,6 miliardi effettivamente pagati dalle imprese e non c’è dunque alcun sommerso da far emergere. L’unico vantaggio per le casse pubbliche, sarà quello di anticipare, di qualche mese, introiti di imposte che in ogni caso sarebbero versate alla scadenza naturale”.
La norma – scrive l’associazione in una nota – “è atta a produrre significativi danni agli intermediari. Tra questi vi è una misura che toglie liquidità alle agenzie, soprattutto le più piccole – quelle finanziariamente più fragili – tenuto conto, per giunta, che la ritenuta si calcola al lordo mentre le imposte da compensare successivamente per l’esercizio si pagano al netto delle spese sostenute dagli agenti; un danno alla rete distributiva del settore assicurativo che sta vivendo un difficile momento congiunturale di mercato, con gli indicatori tecnici che sono entrati in territorio negativo in alcuni dei rami in cui l’intermediazione agenziale detiene le maggiori quote (assicurazioni sulla casa e Rc Auto). Questo comporta il venir meno di quella parte di provvigioni che sono vincolate al positivo andamento degli indicatori tecnici e della sinistrosità”.
Infine, l’associazione afferma di ritenere “incomprensibile tale provvedimento che ha eliminato l’esenzione della ritenuta per gli agenti di assicurazione, mantenendola invece per gli altri soggetti compresi nell’originaria norma di legge, ad esempio le agenzie di viaggio, le quali giustamente anche meritano la stessa estensione delle agenzie di assicurazioni”. Per queste considerazioni, Anapa ha auspicato che “il provvedimento venga espunto dal testo definitivo della Legge di Bilancio, che il Parlamento si appresta ad approvare”.