Gli agenti di assicurazione restano fuori dall’Enasarco, la cassa previdenziale dell’intermediazione commerciale e finanziaria, ma rimane il nodo della possibile introduzione dell’obbligo di ritenuta di acconto sulle provvigioni da loro percepite. Le due novità erano contenute nelle bozze del disegno di legge di Bilancio ma mentre la prima è stata pubblicamente stralciata la questione delle provvigioni potrebbe creare più di qualche problema agli intermediari assicurativi.
Le dichiarazioni di Anapa
Intanto gli agenti brindano alla cancellazione della norma sull’Enasarco. L’associazione degli agenti di assicurazione professionisti italiani Anapa ImpresAgenzia ha espresso «il proprio plauso per la decisione del Governo, preannunciata dal senatore Gaetano Nastri (FdI), (che è agente di Generali Italia a Novara, ndr) che si è direttamente impegnato con il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, di non inserire nel testo della Legge di Bilancio l’obbligo di iscrizione degli intermediari assicurativi all’Enasarco», hanno fatto sapere da Anapa. L’obbligo compariva appunto nelle prime bozze del provvedimento circolate nei giorni scorsi destinato a scomparire nella versione ufficiale del provvedimento legislativo che sarà inviata alle Camere.
«Avevamo espresso la nostra incredulità per quello che abbiamo considerato fin da subito un mero errore tecnico», ha sottolineato il presidente di Anapa Vincenzo Cirasola. «L’assoggettamento alla normativa in materia di contribuzione previdenziale integrativa prevista per gli agenti ed i rappresentanti di commercio, oltre a rappresentare un forte onere aggiuntivo, non avrebbe trovato alcuna giustificazione per la nostra categoria che nulla a che vedere con gli agenti di commercio. I titolari delle nostre agenzie, in particolare, hanno già da anni un loro Fondo di Previdenza complementare e a una Cassa di Previdenza frutto della libera contrattazione collettiva con l’Ani e non imposto dall’alto, che si aggiunge all’iscrizione all’Inps e ad altre forme tutela previdenziale».
La posizione dello Sna
Soddisfazione è stata espressa anche dallo Sna, il Sindacato Nazionale Agenti presieduto da Claudio Demozzi che si era detto da subito contrario all’ipotesi Enasarco, e ha trovato il sostegno dell’onorevole Paolo Barelli, presidente dei deputati di Forza Italia. «Con un mio intervento», ha comunicato Barelli, «il ministro Giancarlo Giorgetti ha condiviso la richiesta di cancellare il comma 4 dell'articolo 28 dal testo della manovra di bilancio che prevedeva l'obbligo per il comparto assicurativo, agenti, subagenti e broker, di essere registrati e iscritti presso l'Enasarco. Tale imposizione avrebbe rappresentato una ingiustificata ingerenza e forzatura in un settore che offre già ai propri iscritti sostanziali tutele sociali e previdenziali a carico del comparto stesso che sempre si è distinto per serietà per una corretta gestione». E Demozzi ha ringraziato «Barelli ed il suo staff per l'attività svolta a fianco del sindacato nazionale agenti di assicurazione con l'obiettivo di ottenere questo importante risultato".
Nodo commissioni ancora aperto
Resta però la questione commissioni. Dopo questo primo successo Anapa «sta approfondendo l'impatto di un’altra misura contenuta nella legge di bilancio. Si tratta dell’obbligo di ritenuta di acconto sulle provvigioni percepite dagli agenti di assicurazioni che fino ad oggi godevano di un regime di esenzione», hanno diradato dall’associazione aggiungendo che «Occorre considerare che l’anticipato versamento delle imposte, rispetto alle normali scadenze annuali, verrebbe calcolato sulle provvigioni lorde mentre l’imposta definitiva è imputata ovviamente al netto delle spese sostenute dall’intermediario. Qualora ne ravvisasse la necessità Anapa non mancherebbe di rappresentare nelle opportune sedi istituzionali il punto di vista degli agenti».