ANAPA Associazione Nazionale Agenti Professionisti di Assicurazione

Dicono di noiVincenzo Cirasola al CeTIF: “E’ fondamentale proteggere l’unicità del modello distributivo italiano imperniato sugli agenti di assicurazione”

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Il presidente di ANAPA: “Sarebbe importante cercare di capire, anche grazie all’ausilio del CeTIF e dell’Ivass, come poter interpretare la regolamentazione primaria che arriva dell’Europa, che rappresenta il nostro grande Stato, al fine di salvaguardare, nella regione Italia, questa unicità rappresentata dagli agenti di assicurazione tradizionali”





Si è tenuta mercoledì scorso una riunione del “Comitato di programma Insurance”, del CeTIF – Università Cattolica di Milano, il Centro di Ricerca su Tecnologie, Innovazione e Servizi Finanziari che dal 1990 realizza studi e promuove ricerche sulle dinamiche di cambiamento strategico e organizzativo nei settori finanziario, bancario e assicurativo.

La riunione è servita per mettere a punto gli ultimi dettagli del programma di attività di ricerca da svolgere durante l’anno. Diversi gli spunti emersi fra i componenti del Comitato che riunisce i top manager dei principali gruppi assicurativi operanti in Italia, docenti dell’Università Cattolica, dirigenti di IvassAnia e un solo agente di assicurazioni: Vincenzo Cirasola.

Nel corso del suo intervento il presidente di Anapa Rete ImpresAgenzia ha ricordato i risultati della ricerca “Il Mio Amico Agente” realizzata lo scorso anno dal CeTIF che delineava l’evoluzione verso un modello di agenzia ibrido digitale (bionic agent).

Il termine “bionic agent” potrebbe incutere un certo timore ma, ha spiegato Cirasola, “dallo studio è emerso che proprio durante il periodo più duro della pandemia, quando le restrizioni alla mobilità avrebbero dovuto far emergere l’intelligenza artificiale come nuovo grande protagonista del mercato, gli agenti tradizionali hanno guadagnato quote di mercato. Infatti, durante il biennio caratterizzato dal Covid-19, nel mercato Danni gli agenti tradizionali sono cresciuti dal 73% al 75%, mentre nel Vita la quota di mercato è passata dal 23% al 25%. Sembrerebbe quasi un paradosso, ma i dati dimostrano la grande resilienza degli agenti di assicurazioni, che sono stati capaci di adattarsi all’improvvisa emergenza che impediva il contatto fisico con il cliente”.

Insomma, l’intelligenza reale degli agenti di assicurazione italiani ha avuto la meglio sull’intelligenza artificiale, a dimostrazione che attraverso il buon utilizzo delle tecnologie e degli strumenti digitali è stato possibile aumentare i volumi. E questo è il segreto del “bionic agent” tratteggiato dalla ricerca del CeTIF.

In un periodo in cui si fa un gran parlare di metaverso, uomo analogico, blockchain, intelligenza artificiale, secondo Cirasola la tecnologia potrà essere sempre più evoluta ma non arriverà mai a sostituire l’uomo “umano e reale” dell’agente di assicurazioni quanto, al contrario, contribuire a rafforzarlo”.

Secondo il presidente di ANAPA, “I software stanno evolvendosi, ma ancora non si possono definire intelligenti perché non hanno esperienza del mondo reale”.

Ma quanto lontani siamo da una macchina che possa definirsi intelligente? “Difficile fare previsioni”, ha risposto Cirasola. “Siamo lontani perché tutti questi software per come sono fatti, sono solo capaci di elaborare i dati in grandissime quantità, e nonostante le grandi quantità falliscono in diverse situazioni. Evidentemente c’è un problema di architettura su come la tecnologia sta facendo le cose perché manca qualche elemento”. E l’elemento mancante, secondo Cirasola “potrebbe essere “l’esperienza diretta” che gli esseri umani fanno interagendo con il mondo reale. Questi software elaborano enormi quantità di dati; non ci si può aspettare che capiscano davvero che cosa vuol dire passeggiare, provare sensazioni, manipolare gli oggetti. È chiaro che tutti questi aspetti mancano alle macchine, perché non li hanno mai vissuti. I dati sono un surrogato della realtà, ma non sono la realtà. Allora questi elementi che chiaramente ogni bambino ha in dote, nell’imparare, nel crescere, nello sviluppare la propria intelligenza, gli algoritmi non ce l’hanno”.

Cirasola ha quindi sottolineato la peculiarità del sistema distributivo italiano, dove le reti agenziali continuano a essere il propulsore dell’industria assicurativa. “Gli agenti di assicurazione italiani sono un unicum a livello mondiale, come dimostrano le quote di mercato così consistenti in piena epoca digitale. Sono convinto che questa peculiarità vada preservata perché rappresenta la base su cui continuare a far crescere il mercato. Sarebbe importante cercare di capire, anche grazie all’ausilio del CeTIF e dell’Ivass, come poter interpretare la regolamentazione primaria che arriva dell’Europa, che rappresenta il nostro grande Stato, al fine di salvaguardare, nella regione Italia, questa unicità rappresentata dagli agenti di assicurazione tradizionali”.

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