Nel corso di «Davos 2021», la kermesse annuale del World Economic Forum tenutasi lo scorso gennaio, il confronto con i leader mondiali ha evidenziato che la pandemia ha dimostrato che nessun individuo o istituzione è in grado di affrontare le sfide sociali ed economiche da solo.
La retorica della necessità del cambiamento accompagna il genere umano dalla preistoria. Le diverse ere geologiche e le fasi di grande innovazione che possiamo sintetizzare nelle evoluzioni del mulino (a vento, a vapore e digitale) hanno segnato le trasformazioni della vita terrestre.
Oggi abbiamo bisogno di essere innovatori, autentici, trasparenti, produttori di contenuti e socialità ma soprattutto digitali.
Noi Agenti di Assicurazioni siamo pronti a questa sfida. L’idea del valore sociale dimostrato durante la pandemia con il 95% dei dipendenti delle compagnie a casa ed il 100% delle agenzie in trincea aperte a tutela del servizio essenziale ci ha reso eroici.
La clientela, attraverso i meccanismi di data driven messi in atto nelle agenzie si è avviata ed aperta verso le esperienze digitali delle Mandanti. Ma quanto vale questa raccolta dei dati personali? Ispirati al concetto espresso dall’economista Mariana Mazzucato nel “dividendo di cittadinanza” potremmo introdurre nei nostri accordi un “dividendo di intermediazione” legato alla raccolta ed il mantenimento dei dati della clientela.
Da parte nostra non possiamo esimerci dal mindset digitale consapevoli del fatto che in un anno potrebbe cambiare tutto e ritrovarci magari con la possibilità di far sottoscrivere un contratto di RCA attraverso lo SPID e consapevoli che nessuna compagnia è in grado di gestire il portafoglio senza una rete di intermediari fisica.
Dobbiamo lavorare affinché si possa arrivare ad un vero e proprio PATTO SOCIALE tra Compagnie e Agenti nel rispetto delle velocità e delle prospettive di entrambi elaborando dei modelli agenziali che possano aiutare i colleghi a mantenere le loro autonomie economiche con pari opportunità e rinforzando il rapporto fiduciario. La strada obbligata per definire i modelli agenziali del futuro è l’apertura di laboratori o hub territoriali di confronto ed elaborazione, aperti alle istituzioni, alle rappresentanze sindacali della categoria, dei dipendenti e con l’apporto dei Gruppi Agenti, troppo spesso utilizzati dalle mandanti a ruolo di divulgazione di processi e iniziative commerciali.
La dispersione delle energie in questo momento è deleteria, partendo dal principio che la trasformazione dell’organizzazione agenziale dovrà necessariamente essere integrata: l’approccio fisico e quello digitale saranno perfettamente uniti ed entrambi efficienti ed efficaci.
ANAPA Rete ImpresAgenzia c’è e mette a disposizione della categoria il proprio collante valoriale.
di Carlo Puglielli,
Presidente Lazio ANAPA Rete ImpresAgenzia