Risposta alla lettera a firma del Presidente SNA del 10 luglio 2013
Spett.le SNA
c.a. Presidente Claudio Demozzi
e p.c. Spett.le UNAPASS
c.a. Presidente Massimo Congiu
Spett.le UEA
c.a. Presidente Filippo Gariglio
c.a. del Presidente Comitato GAA
Tonino Rosato
c.a. Presidenti Gruppi Agenti
Loro Sedi
Oggetto: risposta alla lettera a firma del Presidente SNA del 10 luglio 2013.
Caro Claudio,
apprendo con rammarico, dalla tua del 10 luglio u.s., che hai ritenuto opportuno divulgare con una newsletter SNA e alla stampa, la decisione di rifiutare, nella sostanza, l’invito alla creazione di un tavolo comune, tra Associazioni generaliste e Gruppi Agenti, volto alla definizione congiunta e, per quanto possibile, condivisa delle istanze da presentare all’incontro con l’ANIA.
Eppure dopo il grande successo del Forum GAA dello scorso 25 giugno, al quale anche la tua organizzazione ha partecipato in primo piano (anche se non è passata inosservata la tua assenza e il silenzio di chi ti ha sostituito), ci attendevamo ben altra risposta, soprattutto alla luce dello spirito costruttivo ampiamente condiviso dai partecipanti.
Quello stesso spirito che ha portato poi alcune delle associazioni, che ci leggono in copia, e diversi GAA (tra i più importanti del mercato) ad aderire al conseguente gruppo di lavoro per scrivere assieme, nel rispetto delle reciproche differenze e posizioni delle Associazioni e Gruppi Agenti, le istanze da presentare al tavolo istituzionale con ANIA.
Metaforicamente abbiamo utilizzato il termine “foglio bianco” perché l’intenzione era che non ci fossero preconcetti, ma solo la volontà di rappresentare le difficoltà, che la nostra categoria professionale sta vivendo, dovute sia alla crisi economica che investe anche le nostre attività, sia alla profonda trasformazione che sta interessando il sistema assicurativo e la distribuzione italiana.
Noi di ANAPA, riteniamo di avere fatto il possibile, per superare i personalismi e gli individualismi. E invece assistiamo ai tuoi tentativi di far apparire, in tutti i modi, come un insuccesso quello che in realtà è il nostro disegno: vale a dire trasformare in ricchezza le diversità che ci contraddistinguono dimostrando alle istituzioni di essere capaci, come associazioni di categoria, di “fare sistema”.
Per non dare all’esterno un’immagine che non ci appartiene e non ci rappresenta, non siamo caduti nella trappola delle continue provocazioni, che puntualmente e sistematicamente ci rivolgi sia attraverso l’house organ SNA, sia attraverso altre forme di comunicazione.
Dobbiamo, però, costatare che continui a perpetrare nei confronti di altre associazioni di categoria, in primis la nostra, un atteggiamento di superbia e prevaricazione, arrogandoti il diritto di essere l’unico portavoce della categoria - che vorrei ricordarti essere anche la nostra - e soprattutto di essere l’unico vero conoscitore del “bene” di tale categoria professionale.
Noi riteniamo invece che nessuno possa attribuirsi tale diritto esclusivo, in quanto crediamo nel dialogo, nel confronto della parola e rifuggiamo da atteggiamenti che rasentano il militarismo.
Non siamo entrati nel merito delle diatribe interne allo SNA, che nell’ultimo periodo sono diventate più frequenti e accese, perché siamo interessati a portare avanti un progetto in grado di arrecare benefici concreti alla nostra categoria professionale e ti confesso che avrei preferito non dover rispondere neanche a questa tua lettera, ma sono costretto a farlo, soprattutto, in ossequio alla verità e a beneficio di coloro che ci leggono in copia.
Mi preme, al riguardo, precisare, che ANAPA è stata ricevuta da Giovanni Pitruzzella, Presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Antitrust), non certo per perorare la causa delle compagnie (c’è già l’ANIA che istituzionalmente assolve a questo ruolo), ma per rappresentare legittimamente la voce di tutti quegli agenti di assicurazione (mono e plurimandatari che siano, per noi non fa differenza) che non intendono più riconoscersi nell’attuale politica perseguita dallo SNA e farsi rappresentare da tale organismo.
Abbiamo rappresentato la preoccupazione di tutti quegli agenti che temono realmente il processo della disintermediazione in atto, il quale se lasciato all’anarchia senza una logica di sistema rischia seriamente di scardinare un modus operandi che ha fatto la fortuna dell’industria assicurativa italiana (di cui noi agenti facciamo parte, a scanso di equivoci), con il rischio di compromettere la tenuta delle agenzie e dell’intero indotto a fronte di misure delle quali, nemmeno sul piano teorico, sarebbe possibile prevederne gli effetti sugli assetti concorrenziali.
Inoltre abbiamo rimarcato che: