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Opinione della settimanaL'OPINIONE DELLA SETTIMANA di Paolo Iurasek: LA LUNGA ESTATE CALDA DEGLI ASSICURATORI
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L'OPINIONE DELLA SETTIMANA di Paolo Iurasek
LA LUNGA ESTATE CALDA DEGLI ASSICURATORI
Cari colleghi,
solitamente in questo periodo il pensiero vola leggero verso l’estate ad immaginare un po’ di vacanze dopo le fatiche del primo semestre, ad organizzare il recupero delle forze per il rush di fine anno, magari in spiaggia con un bel libro o visitando una città d’arte o un posto nuovo.
Ciclicamente, però, agli assicuratori, e agli intermediari in particolare, capita, come quest’anno, che nonostante il periodo ed il clima, che seppur instabile non favorisce proprio una concentrazione specifica, si debbano occupare, e in pochissimo tempo, del proprio presente e del proprio futuro in modo sostanziale.
Eh si, perché già l’8 giugno sono stati posti in pubblica consultazione solo per un mese tre Regolamenti IVASS che riguardano la distribuzione assicurativa, l’informativa e le sanzioni e che recepiscono, dandone attuazione, i dettami stringenti dell’IDD (Insurance Distribution Directive) che ben poco margine hanno lasciato all’Autorità per adattare alla specialità italiana norme pensate in Europa.
Così, verosimilmente, rifletteremo sotto l’ombrellone sui contenuti di un “nuovo”, ironia della sorte, Regolamento 5 che disciplinerà stavolta non più solo l’intermediazione, ma la distribuzione in generale e aspetteremo di vedere se le nostre osservazioni e le nostre preoccupazioni in tema di intermediario accessorio o, con riferimento al Regolamento 6, in tema di home insurance, saranno state condivise. In ogni caso, complice il periodo, avremo modo di fare qualche riflessione.
Viviamo un momento molto particolare. Gli intermediari professionali e professionisti “distribuiscono” quasi il 90% dei prodotti in commercio, ma nella relazione annuale IVASS ed all’assemblea Ania, il riferimento al loro lavoro ed ai temi che li riguardano sembra passare in secondo piano, appena abbozzato e nulla più. Di questi soggetti si parla poco se non con un generico richiamo all’affermazione “il mondo è cambiato”, che è diventato una specie di refrain buono per ogni convegno ed utile a destabilizzare una categoria e a profetizzare scenari perlopiù apocalittici di disintermediazione. Nuovi players agguerriti si affacceranno sul mercato a proporre contratti che serviranno a recuperare il gap nel rapporto col PIL che ci allontana dall’Europa. Non professionisti competenti e migliori di alcuni di noi, ma ad esempio postini che hanno “distribuito” raccomandate ad indirizzi sbagliati finora e che quindi ritengono di cambiare settore, o bancari che hanno collocato obbligazioni ed azioni di ben nota memoria per raggiungere budget annuali di raccolta milionaria.
Non ci spaventa la concorrenza. La competizione non è, però, sulla competenza. Non è neanche sui contenuti dei prodotti. E’ solo sul prezzo. Si è fatta strada ormai l’idea che il prezzo più basso obblighi contemporaneamente, in ossequio alla concorrenza, ad elevare la qualità del sevizio. Nulla di più sbagliato. I contenuti dei prodotti si abbassano di livello in virtù del principio di contenimento dei costi. Così l’efficacia del distributore si misura sulla “quantità” dei pezzi venduti, altro che tutela del consumatore.
Che il Mondo cambi è vero ed è noto. Per fortuna cambia indipendentemente dalle nostre previsioni che si rivelano, nella maggioranza dei casi, profondamente sbagliate. Forse dovremmo cominciare a pensare di cambiarlo noi…