A Bologna, l’associazione di categoria festeggia l’anniversario con una tappa
del tour che in tutta Italia ha coinvolto mille assicuratori. È l’occasione per
confrontarsi sui rischi derivanti dalla prossima applicazione delle normative
europee su distribuzione e privacy
Un luogo fortemente simbolico per celebrare il primo lustro di attività. Il Royal Hotel Carlton di Bologna torna a ospitare gli agenti a cinque anni dal 30 novembre 2012, giorno della fondazione dell’Associazione nazionale agenti professionisti di assicurazione, che tre anni dopo diventò Anapa Rete ImpresAgenzia. Gli intermediari si sono dati appuntamento per la settima tappa dell’Anapa on Tour 2017, l’iniziativa di divulgazione e formazione per gli agenti di assicurazione. È l’occasione per confrontarsi su Le attuali opportunità e criticità degli agenti di assicurazione (questo il titolo dell'incontro), in particolare sulle normative europee in materia di distribuzione assicurativa e sulla protezione dei dati. I saluti di introduzione sono affidati a Michele Poccianti, presidente regionale Emilia-Romagna dell'associazione, che ricorda il successo dell’Anapa on Tour che ha visto la partecipazione complessiva di 1.000 agenti in tutta Italia; un successo che costituisce la base per le nuove iniziative previste per il 2018, con una formula che sarà rinnovata in base all’esperienza di quest’anno. C’è anche Enrico Postacchini, presidente regionale Emilia-Romagna di Confcommerico, associazione di cui Anapa fa parte, che porta i saluti del presidente nazionale Carlo Sangalli. Grazie all’apporto di Confcommercio, Anapa sta negoziando il nuovo contratto per i dipendenti.
“Con la digitalizzazione anche i nostri impiegati devono evolversi. Sono una fonte importante della nostra attività e non vogliamo essere costretti a licenziarli a causa dell’evoluzione del mercato”, dice Vincenzo Cirasola, presidente di Anapa Rete ImpresAgenzia. Tra i relatori Alberto Pizzoferrato, avvocato e professore ordinario dell’Università di Bologna, è intervenuto sul nuovo regolamento europeo privacy e rapporti con subagenti, mentre Jader Ritrovato, avvocato del Foro di Bologna, ha approfondito il tema della difesa dell’intermediario nei procedimenti dell'Ivass. Infine, Pier Giorgio Pistone, presidente di E.N.B.Ass, ha presentato l’ente mettendo in luce l’apporto di Anapa nella crescita degli iscritti.
I RISCHI DELLA IDD
Le criticità dell’Idd, la normativa europea sulla distribuzione assicurativa, emergono nell’analisi di Paolo Iurasek, vicepresidente dell'associazione. “Alcuni soggetti potranno distribuire prodotti senza essere intermediari. Questo ci spaventa”, dice Iurasek. Si teme, in particolar modo, l’utilizzo di canali distributivi come supermercati, portali di e-commerce, negozi e concessionarie di auto per la vendita di prodotti assicurativi. “Non è ancora chiaro se sarà possibile distribuire prodotti complessi attraverso soggetti non vigilati”, dice Iurasek. “Noi ci auguriamo che Amazon in Italia non possa vendere prodotti con marchio Generali o di altre compagnie – dice Cirasola – ma Amazon può già collegare polizze alla vendita dei prodotti e anche le concessionarie vendono polizze, anche se per farlo appoggiano le responsabilità sugli agenti”. In questo modo una compagnia potrebbe scavalcare la figura degli intermediari professionisti per la distribuzione di un’ampia gamma di prodotti. Alla luce della nuova normativa, “le agenzie di viaggi potranno vendere prodotti in automatico con un limite di 600 euro, un valore che non è basso se lo si paragona alla media dei premi auto che è di gran lunga inferiore”, sottolinea Iurasek. A rendere più complicato lo scenario del mercato assicurativo del 2018 c’è l’ampliamento della platea dei soggetti autorizzati, che avranno un’applicazione di regole minore. È il caso dell’introduzione della figura dell’intermediario accessorio, che offre un servizio diverso dall’assicuratore, ma può comunque vendere un prodotto assicurativo. È pertanto abilitato a svolgere la professione, con regole inferiori. Una preoccupazione che riguarda anche i broker. “L’intermediario accessorio non tutela il consumatore, perché non ha esperienza. Con solo 60 ore di formazione può offrire lo stesso prodotto che offrono gli intermediari professionisti”, sottolinea Luigi Viganotti, presidente di Acb. Tra i rischi dell’applicazione dell’Idd, ci sono gli ampi margini di interpretazione della norma da parte degli Stati membri. Un recepimento errato potrebbe mettere a rischio il futuro degli intermediari. “Con le altre associazioni di agenti e broker siamo uniti nel chiedere l’incontro con l’Ivass e il Mise per avere un ruolo nella scrittura della norma di recepimento dell’Idd, in modo da non perdere la centralità della nostra professione”, dice Cirasola. “Tutto dipenderà da cosa sarà scritto nella norma di recepimento”, aggiunge Viganotti, che punta il dito contro l’introduzione dell’obbligo di advice nel rampo danni. “Un copia e incolla pericoloso perché l’advice nasce per il ramo vita e significa raccomandazione personalizzata per il cliente. I broker lavorano con più compagnie, ma l’agente monomandatario potrebbe essere costretto a fare un passo indietro nella vendita delle polizze danni, perché dovrà dichiarare che quel prodotto è esattamente quello che serve al cliente, con importanti assunzioni di responsabilità”, spiega Viganotti. Emerge così il paradosso della normativa europea: da una parte rischia di spalancare le porte alla disintermediazione, dall’altra punta a rafforzare il ruolo della consulenza ma in un modo che potrebbe essere persino dannoso per gli intermediari. In questo contesto di incertezza si colloca la digitalizzazione dell’offerta. Gli intermediari ammettono che la tecnologia migliorerà la qualità del lavoro, ma l’acquisto di polizze online non tutelerà il consumatore, ossia l’esatto contrario di quanto l’Idd vorrebbe ottenere.
PRIVACY E TITOLARITÀ DEL DATO
Alberto Pizzoferrato apre il delicato capitolo del General data protection regulation, la normativa europea sul trattamento del dati che entrerà in vigore nel 2018. Un tema che coinvolge direttamente gli agenti, come provano gli accordi sulla gestione dei dati che le compagnie e agenti hanno siglato negli ultimi mesi. Si parla di contitolarità del dato e della complessità della gestione, con importanti rischi di sanzioni nel caso di mancata compliance. “Cosa me ne faccio della titolarità del dato se poi il cliente può fare la polizza dove vuole?”, provoca Cirasola che difende l’accordo raggiunto tra agenti e Generali Italia. “Con i dati di contatto, numero di telefono ed e-mail non possiamo fare nulla. Abbiamo bisogno della loro analisi dei dati e per questo dobbiamo stare con le compagnie. Il nostro obiettivo è ottenere dalla mandante il nominativo dei clienti futuri in modo da ampliare il nostro business”, spiega il presidente. Infine, tema spinoso è la portabilità del dato, ossia la possibilità del suo trasferimento senza il consenso degli interessati. Anche in questo caso Cirasola chiude a qualsiasi dubbio: gli agenti non hanno diritto al dato contrattuale, che rimane un segreto industriale, ma solo ai dati di contatto. “La titolarità del dato non ci autorizza a portare con noi le fotocopie delle polizze nel caso in cui decidessimo di cambiare compagnia”, conclude il presidente.
Alessandro Giuseppe Porcari