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Dicono di noiSuperbonus e riqualificazione energetica degli edifici: attenti alle garanzie assicurative

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Sull’ultimo numero di PLUS24 del Sole 24 Ore, è stata ripresa l’analisi di Anapa che avverte come gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici, possano modificare il profilo di rischio degli immobili





L’analisi di Anapa Rete ImpresAgenzia sugli effetti assicurativi della gran mole di interventi edili in corso in tutto il Paese, agevolati dalla spinta del Superbonus, hanno favorito l’apertura di un dibattito su un tema alquanto delicato.

Sull’ultimo numero di PLUS24 del Sole 24 Ore, un articolo di Federica Pezzatti ha infatti ripreso le osservazioni di Anapa, mettendo in rilievo come gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici possano modificare il profilo di rischio degli immobili, che andrebbe quindi analizzato attentamente e ridiscusso con la compagnia che ha sottoscritto le polizze condominiali. Secondo l’Associazione degli agenti presieduta da Vincenzo Cirasola va prestata particolare attenzione al rischio di incendio “che potrebbe cambiare per effetto del “cappotto”. Da valutare sono inoltre le polizze professionali rilasciate ai vari professionisti chiamati dalla legge ad asseverare la correttezza delle opere straordinarie. E, in ogni caso, va considerato l’incremento di valore dell’immobile all’indomani dell’intervento, ciò che automaticamente dovrebbe comportare un adeguamento dei massimali previsti dalla polizza. Per lavori di adeguamento dei fabbricati di importo significativo è infine opportuno che la ditta incaricata dei lavori sia fornita di una polizza CAR (Contractor All Risks)”.

Di certo le assicurazioni stanno monitorando la situazione in termini di incremento del rischio, in modo da evitare o quantomeno contenere eventuali innalzamenti dei premi assicurativi.

Il pensiero va subito al mercato del Regno Unito, dove dopo l’incendio avvenuto nella notte del 14 giugno 2017 che distrusse il grattacielo di 24 piani Grenfell Tower, situato nel quartiere di North Kensington di Londra e che provocò la morte di 72 persone, i premi delle polizze a protezione degli involucri dei palazzi delle città inglesi sono mediamente aumentati del 350%. Un incremento dei costi che desta parecchia preoccupazione tra i cittadini inglesi e che va messo in relazione ai rivestimenti infiammabili degli edifici che li rendono molto più vulnerabili agli incendi.

Tornando all’incendio della Grenfell Tower, va ricordato che fu innescato dal cortocircuito di un frigorifero di un appartamento al quarto piano per poi propagarsi all’esterno coinvolgendo i pannelli isolanti in facciata. Una tragedia che ha aperto gli occhi sul materiale dell’involucro combustibile da poco costruito per favorire il risparmio energetico dell’edificio, ma a scapito della sicurezza dei residenti.

Al momento l’Italia non corre simili rischi, seppure gli incendi degli edifici a Milano e Torino del settembre scorso hanno acceso un primo campanello di allarme. Il numero di incendi che si sviluppano nelle case italiane è di circa 35mila all’anno, secondo i dati resi noti durante un recente convegno dell’associazione dei periti assicurativi Aipai. Si tratta di una cifra di molto inferiore rispetto a quanto avviene in altri Paese e lo si deve al fatto che nella costruzione di edifici del nostro Paese vengono utilizzati materiali non combustibili (laterizi, calcestruzzo, cemento).

Tuttavia, nel corso degli anni il progresso tecnico ha abilitato nuovi materiali con i quali vengono costruiti i cappotti termici (polistirolo, poliuretano). Materiali che sono combustibili benché fabbricati, nei prodotti di migliore qualità, in modo tale da non alimentare la combustione.

Insomma, come suggerisce Anapa, è molto meglio verificare la portata delle coperture ed eventualmente spendere qualche decina di euro in più per una buona protezione assicurativa piuttosto che rischiare di dover prendere atto, dopo un incidente o un incendio, che “lombrello di un assicuratore non si è aperto o, comunque, garantisce una protezione molto limitata”.

C’è poi il problema della sicurezza dei cantieri. Se n’è occupata Milena Gabanelli nel suo “Data Room” sul Corriere della Sera, ricordando che nel secondo semestre del 2021 sono nate 11.600 imprese edili, circa 64 al giorno.

Il motivo di questa esplosione di nuove imprese? Attingere ai 30 miliardi di euro di bonus che lo Stato distribuisce fino a giugno 2023 a chi migliora l’efficienza energetica degli edifici residenziali.

In questo gran numero di imprese si nascondono anche aziende fantasma o prestanome che ottengono i fondi ma non eseguono i lavori, convertendo le somme ottenute in criptovalute o destinandoli su conti esteri non rintracciabili, causando quindi una truffa ai danni dello Stato.

Tralasciando questo argomento che ci porterebbe lontano, preoccupa il dato sulle ispezioni effettuate nel secondo semestre del 2021 dall’Ispettorato del Lavoro: su 100 cantieri visitati ben 91 non sono risultati in regola con le norme di sicurezza, mentre nei primi sei mesi dell’anno erano 60.

Infine, delle 13.000 infrazioni registrate nel corso del 2021, il 50% riguardano l’inadeguatezza delle misure di protezione in caso di caduta dall’alto: mancanza del doppio parapetto, montaggio non a norma di tubi o ponteggi, materiali usurati, mancanza di parasassi o cartelli di pericolo. E a causa della mancanza di prevenzione negli ultimi 4 mesi gli incidenti nei cantieri sono aumentati del 30%

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