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Dicono di noiDal GAA Generali un ulteriore appello per salvare il Fondo Pensione Agenti

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Il Gruppo Agenti Generali lancia un ultimo accorato appello per salvare il Fondo Pensione Agenti dal “fallimento” e difendere anche i risparmi degli agenti. Un intento che il Consiglio Direttivo del Gruppo Agenti guidato da Vincenzo Cirasola – si legge in una nota – ha deliberato più volte (da febbraio 2014 fino all’ultima approvazione all’unanimità nella riunione dello scorso 28 maggio) con l’istanza alle parti sociali di salvare il Fondo, prima dal commissariamento e successivamente dalla liquidazione.

“Ma considerando l’incespicarsi della vicenda – scrive ancora il GAA Generali – che ha visto il Sindacato Nazionale Agenti opporre un rifiuto al piano di riequilibrio avanzato dal commissario straordinario Ermanno Martinetto, dopo aver respinto in precedenza anche la proposta di mediazione del sottosegretario sen. Massimo Cassano, nella giornata di oggi la Giunta Esecutiva “ha ritenuto necessario far sentire la voce degli agenti delle Generali, perché il Fondo appartiene a tutti i 25.000 aderenti, tra attivi e pensionali, a prescindere dalla sigla sindacale di appartenenza”.

“Oramai il dado è tratto e il tempo per la negoziazione è terminato. Chiediamo responsabilmente a chi di dovere di salvare il nostro Fondo Pensione e i nostri risparmi– dichiara Cirasola –. Sollecitiamo i tanti colleghi iscritti allo Sna, non solo di Generali Italia, e i diversi Gruppi Agenti, tutti, in particolare quelli aderenti allo stesso SNA, a far sentire la propria voce, lanciando degli appelli ai vertici dello SNA, come hanno già fatto la provinciale di Roma e lo stesso ex presidente del FPA Francesco Pavanello, di accogliere l’ultima proposta avanzata dal Commissario Martinetto, il quale ha dato un ulteriore tempo allo SNA per riflettere e decidere, a seguito di tutti i chiarimenti richiesti”.

Se così non fosse – prosegue la nota – la prassi vuole infatti che la gestione del Fondo passi nella mani di COVIP“che opererà degli tagli lineari, con una falcidia delle pensioni e delle promesse pensionistiche, ma senza la possibilità di modificarne il regime”. Ci si troverebbe quindi a fronteggiare “una soluzione contingente che aprirebbe la strada alla liquidazione del fondo, con l’inevitabile perdita di risparmi da parte di tutti e dove gli attuali pensionati sarebbero creditori privilegiati rispetto a quelli attivi”.

“Nel caso di messa in liquidazione del Fondo – chiosa Cirasola – sarà il nostro Consiglio Direttivo a valutare quali azioni politiche o giuridiche intraprendere nei confronti dei responsabili di questa debacle”.

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