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Dicono di noiAnapa: serve un anticipo sui futuri risarcimenti per le persone colpite dall’alluvione in Emilia

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Vincenzo Cirasola: “Altrove esistono schemi di protezione obbligatori o semi obbligatori in cui la copertura è automaticamente allargata a tutte le polizze fabbricati. Se fossero istituiti simili schemi il costo delle polizze sarebbe contenuto potendo sfruttare i vantaggi della mutualità assicurativa”





Gli agenti di assicurazione chiedono alle compagnie di disporre agli assicurati colpiti dall’alluvione in Emilia anticipi sui futuri risarcimenti, anche quando non previsto dai contratti, e loro stessi si impegnano ad accelerare il più possibile le perizie e l’iter delle pratiche per il pagamento dei sinistri. Lo ha sottolineato in un comunicato Anapa Rete ImpresAgenzia come atto concreto di solidarietà e vicinanza alle popolazioni colpite.

Non è la prima volta che il nostro Paese viene colpito da una grave catastrofe naturale e nuovamente si sperimenta, in aggiunta alle conseguenze sempre più gravi del cambiamento climatico, la grave sottoassicurazione che caratterizza il mercato italiano.

Appena il 5% delle abitazioni sono protette contro alluvioni e terremoti, secondo un’indagine Ania del settembre 2022. Questa percentuale supera l’8% in alcune aree della Lombardia e dell’Emilia, ma non raggiunge neppure l’1% in gran parte del Sud Italia.

Quanto alle imprese, generalmente si proteggono solo quelle di maggiori dimensioni, mentre la percentuale scende a circa 1/3 tra le PMI e solo il 3% delle microimprese sono coperte da una polizza in caso di alluvione.

Quasi sempre le polizze Rc Auto aggiungono come garanzia accessoria quella relativa a simili eventi, ma va richiesta dall’assicurato. Siccome la fanno in pochi, molti dei veicoli distrutti in questi giorni dalle acque o dalle frane non otterranno risarcimento. Anche molti altri rami (polizze agricole, di responsabilità civile etc.) possono includere esclusioni quando la causa scatenante di un sinistro è una catastrofe naturale.

Nel tracciare un primo bilancio del disastro, occorre constatare che soltanto una minoranza della popolazione colpita può guardare al prossimo futuro con la tranquillità di chi si è protetto con una polizza. Ma anche questa minoranza di cittadini prudenti è a rischio.

Le conseguenze dei cambiamenti climatici, esacerbate da sinistri come quelli cui stiamo assistendo in questi giorni, hanno l’effetto inevitabile di aumentare le tariffe assicurative perché le compagnie debbono fronteggiare maggiori rischi potenziali. Aumentano franchigie e diminuiscono i massimali dei risarcimenti. In mancanza di scelte chiare di policy, le aree più a rischio del paese potrebbero divenire progressivamente inassicurabili nei prossimi anni.

Il trend delle catastrofi naturali è in aumento in tutto il mondo. L’ultimo “barometer” di Allianz sui rischi del pianeta – per citare uno degli ultimi report – colloca le catastrofi naturali in cima alla lista dei pericoli che incombono sul pianeta, con una “nuova normalità” rappresentata da 100 miliardi di dollari all’anno di danni assicurati.

In questo scenario ciò che distingue l’Italia è il fatto di essere l’unico paese industrializzato privo di un meccanismo regolamentato per la gestione delle catastrofi naturali.L’unico sollievo per chi possiede una polizza è, dal 2018, la detraibilità dei premi esenti inoltre dalla tassa sulle assicurazioni. È un piccolo aiuto che però non ha evitato al paese di essere collocato da Eiopa (authority assicurativa EU) in cima alla lista assieme alla Grecia dei paesi del continente con il maggiore protection gap, cioè con la maggiore percentuale di danni catastrofali non protetti da una polizza. “Altrove esistono schemi di protezione obbligatori o semi obbligatori in cui la copertura è automaticamente allargata a tutte le polizze fabbricati – commenta il presidente nazionale di Anapa, Vincenzo Cirasola – Se fossero istituiti simili schemi il costo delle polizze sarebbe contenuto potendo sfruttare i vantaggi della mutualità assicurativa. Ma soprattutto le sempre più esigue risorse dello stato, invece di provvedere tardi e male – ciò che avviene oggi – al sollievo dei danni subiti dai cittadini, potrebbero essere indirizzate alle opere infrastrutturali indispensabili per contenere i danni delle future catastrofi: migliori argini per i fiumi, messa in sicurezza di porti e rete stradale, normative urbanistiche adeguate per impedire che le case vengano costruire in aree ad elevato pericolo sismico o di alluvione. Se vi fosse questa rete di protezione pubblica anche i costi delle polizze terrebbero conto di un minore rischio potenziale. E tutti se ne avvantaggerebbero”.

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