PROGETTO 51 di ALLIANZ (cessione del 51% del capitale agenziale) – Newsletter n. 02 del 22/03/2021 di ANAPA Rete ImpresAgenzia

Ai Presidenti dei Gruppi Aziendali
Agli organi direttivi di ANAPA
Agli associati di ANAPA
A tutti gli agenti di assicurazione interessati
Gentili presidenti e cari colleghi,
Vi scriviamo a seguito di alcune segnalazioni ricevute dai nostri associati, rispetto alla lettera incentrata sul “Progetto 51” datata 17-03-2021 indirizzata ai propri agenti a firma dall’amministratore delegato di Allianz, Giacomo Campora, del quale apprezziamo e rispettiamo la visione espressa con franchezza, in merito a un potenziale nuovo modello dell’impresa-agenzia.
Seppur non conosciamo nei dettagli il contenuto del progetto, come organizzazione sindacale di categoria, ci corre l’obbligo d’intervenire con la medesima schiettezza, limitandoci, comunque, a commentare ed esprimere le forti perplessità scaturite nel leggere l’articolata missiva, che sta circolando, anche fuori dagli ambienti di Allianz.
Come sapete tutti noi stiamo vivendo una situazione inverosimile. Sono anni che alcune agenzie, soprattutto quelle di piccole dimensioni (ma non solo) basate su un modello di business non più attuale, faticano a trovare la quadra e a generare reddito per sé, pur generando rendimento per la Compagnia. A questo si è aggiunta ora una crisi a livello planetario, a causa del Covid-19, che ha mandato in recessione le principali economie del mondo.
Ma nonostante queste difficoltà, mai avremmo pensato che tale progetto, che è stato elaborato con McKinsey (una delle più autorevoli società di consulenza mondiale) e che prevede di proporre alle agenzie che ne fossero interessate, la cessione del 51% del capitale alla propria mandante, sia finito al vaglio, non solo di Allianz Italia, ma anche di altre primarie imprese di assicurazione del nostro paese.
È indubbio che l’innovazione non arriva dal cielo, ma bisogna studiare, provare, sbagliare, e riprovare e i tentativi di innovare i modelli di produttività vanno apprezzati, ma non dimentichiamoci che la “tradizione” è un sostantivo positivo che vuol dire: esperienza, competenza, che non va “rottamato”.
A nostro parere, da quello che abbiamo potuto capire dalla lettera, questo progetto non rappresenta solo una cessione da parte dell’agente tradizionale del proprio “capitale finanziario”, ma anche di quello “umano”, ossia di quell’insieme di energie finanziarie e non, che faticosamente negli anni hanno contribuito a costruire, strutturare, posizionare e far crescere, seppure anche non sempre floridamente, la propria attività in un mercato agguerrito, spesso non avendo la disponibilità di prodotti, strutture informatiche, di gestione del rischio o dei sinistri efficienti.
Non è nostra intenzione entrare nel merito di un progetto singolo, visto che non lo conosciamo nello specifico, ma siamo disponibili ad offrire a tutti i Gruppi Agenti interessati, che lo chiederanno, supporto sia dal punto di vista politico, che dal punto di vista tecnico-legale con i nostri consulenti ed esperti, per analizzare tutti i dettagli del progetto e eventuali offerte già avviate.
Permetteteci però una riflessione su quale significato possa assumere, a livello di categoria professionale, se venisse attuato da più imprese sul nostro mercato questo siffatto nuovo modello di agenzia.
Se da una parte sentiremo gli elogi delle Compagnie che ci “venderanno” tali soluzioni come innovative, nuovi ambiti di esplorazione, nuovi modelli di business da provare, a nostro avviso è un “ritorno al passato” con una sorta di restyling delle “filiali di direzione” che si erano rivelate costose e improduttive e quindi, successivamente, chiuse; dall’altra parte crediamo che noi agenti di assicurazione, non possiamo non constatare che questo rappresenterebbe l’inizio della fine della nostra categoria professionale. Eravamo tutti concentrati a difenderci dal “pericolo” della digitalizzazione che avrebbe dovuto disintermediarci e invece il pericolo, a quanto pare, potremmo averlo in casa.
Cedere la maggioranza della propria agenzia, pur restando il “managing partner”, vuol dire non avere più la possibilità di decidere del proprio futuro, vuol dire buttare all’aria il proprio ruolo, perché lo sappiamo tutti che non saremmo più degli agenti professionisti, ma degli “intermediari” in esclusiva per conto della compagnia, socia maggioritaria al 51% (speriamo almeno ancora iscritti in sez. A), con tutte le conseguenze che ne derivano e che ognuno può immaginare.
Ma non si potevano trovare delle soluzioni alternative? È questa l’unica strada percorribile? Non vi è altro modo per ipotizzare un progetto diverso, nel quale la Compagnia apporta efficienza di back office o know how di marketing e di servizio ad una fascia di agenzie che, a prescindere dalla dimensione (piccola, media o grande) non ha utilità marginale sufficiente per investire e per crescere?
A nostro parere, invece, se proprio l’idea principale è quella di supportare la crescita di tali agenzie, perché il canale agenziale tradizionale è quello più forte, perché non pensare a supporti differenti per lo sviluppo? Visto che molti top manager decantano la capacità imprenditoriale dell’agente come insostituibile, perché non ripensare gli accorpamenti tra agenzie, detraendo la parte della rivalsa proveniente dalle agenzie in crisi?
Come sapete non è nella nostra indole puntare il dito contro qualcuno, anzi, spesso subiamo attacchi, anche personali, accuse di “collusione” con le Compagnie. Oggi sarebbe utile sapere dall’altro sindacato, quello “storico” che quasi ogni giorno dal suo house organ attacca ANAPA Rete ImpreAgenzia di essere dalla parte delle Compagnie e di non tutelare gli agenti, cosa ha intenzione di fare? Quali proposte porterà avanti?
Come ci potrà essere un bilanciamento, nel caso il progetto proseguirà, tra le agenzie che sono di proprietà della Compagnia e le altre di proprietà degli agenti? Come si farà a richiedere a tutti di ottenere gli stessi risultati con risorse differenti? È questa l’evoluzione del plurimandato e dell’agente-indipendente che qualcuno immagina? E che impatto potrebbe avere una siffatta nuova organizzazione agenziale sulla trattativa in corso per il rinnovo dell’Accordo Impresa Agenti?
Sono risposte che dovrebbero aprire una riflessione ampia sul futuro della nostra professione, per la quale rinnoviamo la nostra disponibilità ad un serio confronto aperto e costruttivo tra le organizzazioni di categoria per “essere uniti” e prestare qualsiasi supporto ai Gruppi di Agenti.
L’occasione ci è gradita per porgere cordiali saluti.
La Giunta Esecutiva Nazionale
ANAPA Rete ImpresAgenzia