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Opinione della settimanaOpinione della Settimana di Rosario Palermo: “Smart Working” da sposare o da conviverci?

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Care colleghe e cari colleghi,

la congiuntura che stiamo attraversando oramai da alcuni mesi è entrata veramente a gamba tesa nelle nostre vite, nelle famiglie e nel nostro lavoro, in questo attraverso “lo smart working” che come ben sapete consiste nella modalità di svolgere le proprie attività lavorative a distanza.

Detto strumento così semplice ed immediato ci ha consentito in parte di poter continuare a svolgere le nostre attività, in occasione del lock-down.

A prima vista abbiamo accolto con favore questo strumento che sicuramente ha diminuito gli effetti del contagio da Covid-19, ma via via che passavano le settimane abbiamo verificato tutta una serie di implicazioni negative che discendevano da tale utilizzo.

Dette implicazioni sono suffragate da una serie di studi che confermano come il cosiddetto telelavoro, oggi smart working, determini problemi psicologici legati a diverse situazioni di stress, vuoi per mancanza di contatti umani e/o relazionali, vuoi per la limitazione degli spazi casa-lavoro, vuoi perché si realizza un’ininterrotta reperibilità.

Di questi effetti anche il nostro settore ne ha risentito sia in ambito agenziale sia per quanto riguarda i dipendenti delle nostre mandanti.

Infatti, giornalmente le lamentele in entrambe le realtà sono quelle di cui parlavamo poc’anzi. Ecco allora che sarebbe opportuno intervenire come Associazione di categoria Anapa sul nostro Ente Bilaterale (Enbass) per implementare al meglio la normativa attuale che disciplina tale forma di lavoro, per meglio definire e fissare le regole operative, al fine di limitare al minimo gli effetti di tali stress.

Prevedendo ad esempio, dei correttivi contrattuali, da un lato di natura tecnica (soste obbligatorie ogni ora ovvero alternando l’attività a distanza con quella in ufficio) dall’altro prevedere delle indennità a favore dei dipendenti (voucher o dei bonus da ripartire tra lo stato e l’ente datoriale), ovviamente a fronte anche di criteri di redditività oggettivamente misurabili.

Oltre a ciò, lo “SMART WORKING” ha determinato un crollo dei consumi in fast-food e locali prossimi agli ambienti di lavoro da un lato, dall’altro il lavoro da casa ha fatto diminuire in maniera esponenziale i sinistri per furto e un aumento esponenziale degli infortuni domestici occorsi a persone che svolgevano il proprio lavoro. Questo è quanto rileva uno studio di GlobalData “raccomandando le compagnie assicuratrici di modificare i propri normativi contrattuali implementandole con tutte le possibili implicazioni che il lavoro flessibile anche in ambito assicurativo richiede”.

Concludo con un pensiero personale che è quello di una sicura apertura verso la digitalizzazione di tutte le attività lavorative senza escludere un’analoga attività relazionale vera, di confronto e di presenza fisica, di rapporti interpersonali aldilà di ogni possibile ed eccezionale strumento digitale.

Rosario Palermo, Componente di Giunta