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Opinione della settimanaOpinione della Settimana di Roberto Arena: Un progetto comune dal quale ripartire

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Un progetto comune dal quale ripartire - Parte seconda


Cari colleghi,

nella prima fase quasi tutto il mercato ha sospeso e rinviato a data successiva, o da destinarsi, la quota delle rivalse (per chi le ha) e alcuni costi delle agenzie, ha anticipato somme delle incentivazioni per consentire agli Agenti di far fronte alle spese improvvise, che si ipotizzavano temporanee, ma poi? Quali interventi economici per compensare almeno in parte le drastiche diminuzioni provvigionali che ci saranno? Le compagnie si sono concentrate subito sulle loro sedi mettendo in sicurezza i dipendenti e creando le condizioni per continuare il lavoro (per come possibile) da casa. Investimenti importanti per rendere immediata la fruizione di reti e strumenti a tutti. Per gli Agenti cosa è stato fatto? Poche si sono preoccupate di verificare la salute e le condizioni generali dei loro dipendenti e dei collaboratori delle agenzie. I loro stati d’animo, le loro difficoltà organizzative.  Ognuno, lasciato solo a se stesso, si è arrangiato come meglio ha ritenuto opportuno. Pochi  riferimenti a cui rivolgersi.  Se ne stanno occupando le associazioni di categoria e gli Enti bilaterali che hanno dimostrato di sostenere gli agenti e i loro dipendenti anche predisponendo consulenze sul come ottenere fondi contributivi e indicazioni sulle nuove responsabilità in qualità di datori di lavoro. Credo fermamente che si potesse fare di più, ho visto troppo egoismo del mercato nel pensare solo a ridurre il rischio di fare meno utili, mentre credo sarebbe opportuno investire molto, per superare il periodo tutti assieme e ripartire in sicurezza e senza ferite gravi. Magari fornendo strumenti per lavorare a distanza. Hardware, software, abbonamenti internet? Lavorare per costruire nuove culture da adattare al momento che viviamo.

E’ del tutto evidente che gli Agenti almeno nel 2020, e speriamo che basti, non potranno immaginare di eguagliare i redditi del 2019, che per inciso, sono comunque figli di periodi difficili e di una crisi lunga, nata anni fa e non ancora superata, quindi in molti casi poco soddisfacenti. Se noi dobbiamo dare per scontato che non riusciremo ad incassare i premi e quindi le provvigioni come negli anni scorsi, per l’evidente difficoltà dei vari settori economici, anche le compagnie di conseguenza si troveranno a fare i conti con minori premi e quindi minori profitti. Ma pure a bocce ferme, i conti non sono equivalenti. Gli Agenti creano la redditività sulle provvigioni rapportate ai premi, le Compagnie sul rapporto sinistri a premi. Sembra evidente che le Compagnie seguano in difesa gli attacchi della politica e delle associazioni consumatori che rivendicano una partecipazione ai profitti generati da rischi non corsi nel periodo, nella RCA. Con un po’ di strategia e lungimiranza avrebbero potuto agire in anticipo. Essere attori, rischiano invece di diventare spettatori paganti. E noi Agenti? Oggi vanno in difesa, proponendo voucher ai prossimi rinnovi che forse l’antitrust riterrà non compatibili con la libertà di scelta dei consumatori. Messaggi fuorvianti e quasi ingannevoli. Messaggi, cui gli Agenti saranno chiamati a spiegare ai clienti, offrendo ancora la loro professionalità nell’intricato legame della pur propria convenienza.

Le compagnie in questo periodo, non spendono per le trasferte di tutto il loro personale dipendente, non spendono per le convention e gli incontri territoriali, non spendono per i viaggi premio, non spendono per le gare di produzione che non si potranno fare. Non credo possano difendersi con il fatto che a loro volta avranno minori incassi perché i parametri sono diversi.

Certo, ci vuole un po’ di mutualità. E’ necessario uno sforzo di tutti, ma siamo in emergenza; mondiale, non è solo del nostro Paese.

Ad oggi pochissime realtà hanno intrapreso questa strada, anche partecipando attivamente alle necessità del Paese finanziando ospedali, promuovendo la ricerca, amalgamando e fidelizzando la clientela attraverso nuovi prodotti offerti a premi inferiori e con prestazioni maggiori, che quindi genereranno bassa marginalità, (ma solo per questi prodotti), facendosi carico di distribuire risorse raccolte, tra i clienti, ai più colpiti dalle conseguenze del Covid19. Magari promuovendo campagne di raccolta fondi ponendosi come capo lista, rafforzerebbe ogni singolo brand con la rispettiva clientela.

Questo sarebbe il vero valore sociale del mondo assicurativo spesso reclamizzato dai loro bilanci sociali o etici che dir si voglia. Distribuire ricchezza nel momento del bisogno per tornare ad essere competitivi a crisi terminata. Succederà davvero? Forse. Servono nuove idee. La clientela va avvicinata con nuove proposte, anche di salvaguardia della loro quotidianità.

Probabilmente rimarrà un sogno, ma la speranza che i manager abbiano anche a cuore i valori umani e il bene di tutti gli stakeholders resta una aspettativa a cui aggrapparsi in questa fase dove probabilmente molti nostri colleghi e clienti non ce la faranno. Sarà una dura prova e sopravvivranno non i più forti, ma chi avrà la capacità di adattamento.

Le tempeste si superano assieme se si rimane uniti, se si condividono i valori e se si propongono progetti e strategie diverse da quelle conosciute. Attendere che passi la nottata significa affidarsi al destino. Possiamo invece affrontarlo assieme. Con determinazione e coraggio, rinnovato impegno e nuove idee. Iniziamo ad ascoltarci e a creare progetti. Siamo imprenditori, ci servono le risorse per proseguire, da soli non ce la faremo, ma assieme supereremo anche questa gravosa prova.

Roberto Arena, Vicepresidente di Anapa Rete ImpresAgenzie

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