ANAPA Associazione Nazionale Agenti Professionisti di Assicurazione
IURASEK

Opinione della settimanaOpinione della Settimana di Paolo Iurasek: L’insostituibile essenza dell’Agente

  • Condividi

Care Colleghe, Cari Colleghi,

solo qualche mese fa, in tempi non sospetti, riflettendo su queste colonne degli strumenti utili per affrontare il 2020, suggerivo a tutti i lettori tre parole chiave per affrontare l’immediato futuro: consapevolezza, empatia e resilienza.

Come nessun altro avrei immaginato che di là a qualche mese, il Mondo intero sarebbe stato messo a dura prova con un nemico nuovo, vero e in grado di sconvolgere i mercati, le abitudini, le relazioni e la vita stessa.

Tra le varie considerazioni lette e rilette da quel momento in poi, mi rimane quel senso di vuoto nell’osservare come l’improbabile governi le nostre vite e la considerazione che, probabilmente, il mondo non tornerà ad essere quello che conoscevamo prima, visto l’evento così dirompente e restio a scomparire.

Così, senza aver imparato la lezione, si moltiplicano convegni ed incontri virtuali in videoconferenza, in attesa del 5G e con buona pace dei negazionisti, nei quali si prospettano scenari “probabili” sui quali incombe sempre il concetto di disintermediazione come sinonimo della digitalizzazione, in considerazione dell’accelerazione da Covid 19.

Le aziende valutano gli effetti dello smart working – il telelavoro – considerano i risparmi di cui hanno goduto nel periodo, ripensano le dinamiche contrattuali e amplificano il concetto di “distanziamento”, strumento di salvaguardia dai contagi, intendendolo come la nuova forma del “sociale” che ci attende.

In attesa di vedere cosa effettivamente succederà e quando, vale la pena di concentrarsi sul “qui ed ora” e pensare a come gli Agenti hanno dovuto e saputo reagire ad una situazione senza precedenti soprattutto in funzione della ripartenza.

Ai tre strumenti di inizio anno, allora, va aggiunto, a mio avviso, un aggettivo qualificativo e qualificante: “coriaceo”.

L’ Agente è coriaceo.

Concreto in tutto questo periodo, sempre in prima linea, dalla fase 1 alla fase 3 e ora, comunque presente, avverso all’onda di ritorno del virus, pronto a contrastarla e ad operarsi per una ripresa, l’ Agente e la sua struttura hanno fornito il servizio, offerto la propria consulenza e garantito il flusso degli incassi delle imprese, perlopiù quasi totalmente in lockdown, che si sono così sostenute riscoprendone la sua centralità.

La tanto decantata digitalizzazione ha mostrato tutti i suoi limiti di fronte all’emergenza, scontrandosi con un grado di alfabetizzazione della popolazione da migliorare, con processi aziendali ancora pensati in funzione della propria organizzazione, con numeri verdi e “app” che non hanno saputo fornire quell’assistenza volta all’ascolto che i clienti richiedono e che l’ Agente considera parte naturale del suo lavoro.

È sopravvissuto, dunque, una volta di più, non tanto reinventandosi, quanto continuando, come sempre anche se in modo diverso, a mantenere la qualità della relazione con i propri clienti, il valore più importante della sua intermediazione.

In ultima analisi ha dimostrato che la digitalizzazione ha un difetto.

È uno strumento che per “funzionare” ha comunque bisogno di un uomo.

Difficile ritenere allora che l’Agente sia un elemento della distribuzione sostituibile da un qualche algoritmo, una “specie” in via di estinzione.

Più facile ritenere che, come tutte le “specie” debba evolversi per mantenere il suo posto nella filiera produttiva e contribuire a migliorarla utilizzando nuovi strumenti.

Buona lettura!

Paolo Iurasek, Vice-presidente