ANAPA Associazione Nazionale Agenti Professionisti di Assicurazione

NewsletterNewsletter n. 19 del 8/06/2016 di ANAPA Rete ImpresAgenzia

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Newsletter ANAPA Rete ImpresAgenzia
n. 19 del 8 giugno 2016

















Ai Presidenti dei Gruppi Aziendali

           Agli organi direttivi di ANAPA

           Agli associati di ANAPA

A tutti gli agenti di assicurazione interessati


Oggetto – Fondo Pensione Agenti: è giunto il momento del “REDDE RATIONEM”.

Care colleghe, cari colleghi,

La situazione di stallo e di incertezza in cui versa il Fondo Pensione Agenti ormai da due anni e mezzo sta per volgere al termine. Appare, infatti, imminente una decisione della Covip in relazione allo squilibrio definito “attuale” e non più solo “prospettico”.

Ricordiamo che, non essendo intervenuto alcun accordo tra le Parti Sociali volto a modificare la sostanza del FPA, e non essendo concesso a tale autorità di intervenire sul regime di prestazione, si tratterà, comunque, di un piano di riequilibrio alquanto “effimero”, che andrà rivisto nuovamente a breve anche a seguito dell’evoluzione demografica che permane: diminuzione degli agenti attivi e aumento del numero dei pensionati e della speranza di vita.

Da settembre 2015 i pensionati percepiscono una rendita ridotta del 40%, i trasferimenti sono bloccati, mentre l’immobilità ed il rimpallo delle responsabilità producono comunque i loro effetti negativi ed il tempo continua a passare.
Nel contempo alcuni fanno notare come gli emolumenti del commissario e del consiglio di sorveglianza ammontino, pro rata, a 272.000 euro e che, in assenza di risultati, tali cifre creino sfiducia e malcontento generale.

Come è accaduto al collega agente con pensione di invalidità che scrivendo a Fonage per richiedere informazioni sulla condizione nella quale versa il Fondo, ha ottenuto per tutta risposta la lettera che vi alleghiamo (clicca qui)  e vi invitiamo a leggere con attenzione, nella quale il Direttore del Fondo scrive che sul sito istituzionale è ben spiegata “l’attuale grave situazione di crisi del nostro Fondo” e illustra, tra l’altro, come la Covip abbia “preso atto, da un lato dell’impossibilità per il fondo di intervenire efficacemente sulla situazione di squilibrio, dall’altro, dell’inerzia delle fonti istitutive ad attivare i poteri attribuiti dall’art. 7 – bis comma 2 bis del Decreto, secondo cui le stesse possono rideterminare la disciplina oltre che del finanziamento anche delle prestazioni – in corso di pagamento e future.”

L’impossibilità di trovare un accordo che modifichi sostanzialmente il Fondo a causa di una sola delle Parti Sociali, dunque, comporta una “impasse” che si riflette direttamente sulla posizione personale di ciascuno di noi, in attività o in quiescenza, dato per accertato che non vi è possibilità tecnica di intervenire efficacemente senza modifiche sulla situazione di squilibrio del FPA con le “regole vecchie” della prestazione definita.

Altro che “tutto a posto”, come qualcuno sta diramando in giro. Più che di risanamento in ottica di lungo periodo con ipotesi graduali e progressive, come da altri affermato, sembra prospettarsi, invece, un taglio frontale delle prestazioni anche maggiore di quello già in atto e la necessità di rivedere a breve la misura di tale taglio, a causa della mancata “messa in sicurezza” dello squilibrio tecnico.

Covip e commissario, cioè coloro che sono stati chiamati istituzionalmente a decidere, non paiono essere dell’avviso di chi affermi che lo squilibrio sia in linea con quello di altri Fondi europei. Anzi, come afferma lo stesso Direttore del Fondo, “l’inerzia delle fonti istitutive” di addivenire ad una modifica sostanziale e di esercitare il potere loro conferito dalla legge, paralizza il disavanzo.

Trasformare il FPA in un Fondo a contribuzione definita, nel quale ognuno accede alla prestazione in ragione di ciò che ha versato sulla propria posizione, soluzione già prospettata dal commissario e condivisa da tre Parti Sociali su quattro, avrebbe salvato definitivamente il Fonage.

Pare così giunto il momento del “redde rationem”, della resa dei conti.  Consolazione amara, perché il perdurare della forma a prestazione definita finirà per aggravare la situazione a fronte di sacrifici comunque richiesti a tutti gli Agenti e che non si esauriranno nel mentre.

Gli Agenti in attività, che abbiano versato o sospeso temporaneamente l’adesione, vorrebbero conoscere che fine faranno i loro versamenti e saperlo con certezza ed in modo definitivo per programmare, provvidenzialmente, il proprio futuro.

La categoria, oramai, è ben consapevole della realtà dei fatti e non crede più agli “imbonitori” di turno che, per occupare le “poltrone” profumatamente remunerate con i versamenti degli agenti attivi, hanno preso in giro da oltre un decennio gli agenti, in particolare le nuove generazioni. Basta con la demagogia e dimostriamo un senso di responsabilità e di altruismo solidaristico.

Con i migliori saluti.

ANAPA Rete ImpresAgenzia

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