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Opinione della settimanaL'OPINIONE DELLA SETTIMANA di Renzo Di Lizio: Fondo Pensione, sogno o son desto?

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L'OPINIONE DELLA SETTIMANA di Renzo Di Lizio

Fondo Pensione, sogno o son desto?



Cari colleghi,

vorrei tornare sul tema del fondo Pensione Agenti anche se ampiamente trattato e discusso nei mesi trascorsi.

Ho avuto occasione di ascoltare di recente un’intervista al Presidente dello SNA su questo tema e affermava più o meno così: “aderite tutti al fondo Pensione Agenti. Perché non farlo? Oggi è possibile beneficiare della prestazione definita senza dover versare tutti gli arretrati… Questa è una buona notizia perché gli agenti oggi non navigano nell’oro e non avrebbero mai potuto pagare gli arretrati!”

Sogno o son desto?

In effetti, con lettera dell'1/8/2017, la COVIP ha comunicato l'avvenuta approvazione delle modifiche statutarie già deliberate dall'Assemblea dei Delegati lo scorso 20 aprile 2017, su proposta del Cda e che riguardano tra l’altro:

- l'eliminazione dell'obbligo di versamento dei contributi relativi ad attività pregressa in caso di prima iscrizione. Dal 1/9/2017 gli agenti non ancora iscritti al Fondo potranno aderire senza l'obbligo di pagare la contribuzione relativa ad attività agenziale pregressa, ferma restando la facoltà di provvedervi volontariamente;
- la possibilità di iscrizione anche per coloro che hanno superato il 50° anno di età purché al momento dell'adesione manchino almeno 15 anni al raggiungimento dell'età pensionabile.

Devo ammettere che ripensando alle vicende che hanno riguardato il nostro Fondo negli ultimi due o tre anni, dalla trattativa con ANIA al veto di SNA fino al noto commissariamento, un brivido gelido ha attraversato la mia schiena e non perché avessi la febbre.

Come mai nell’intervista non ho sentito parlare dei possibili 25 milioni una tantum che l’ANIA aveva offerto nell’ambito del piano di riequilibrio? Dei 100 euro vita natural durante per ogni agente? Del fatto che SNA ha detto NO a tutte le ipotesi di risanamento? Solo per difendere ideologicamente la famosa “prestazione definita” che però - non si dice - dovrà in futuro essere verificata anno dopo anno sulla base delle risultanze del bilancio tecnico e all’aggiornamento dei calcoli attuariali per evitare il rischio di un altro buco prospettico.

Basti solo dire che proprio dalla relazione del Commissario si legge, tra l’altro, che dal 2012 al 2016 i paganti al FPA sono passati da 16.124 a 13.105, mentre le pensioni pagate da 10.215 a 10. 998?!

Mi potrebbe spiegare qualcuno, magari un esperto di previdenza integrativa, come potrà mai “reggere”, soprattutto per noi giovani, un Fondo Pensione così strutturato?

Credo, purtroppo, che questa vicenda metta di nuovo in risalto un certo modo “particolarissimo” di intendere l’interesse della categoria, senza purtroppo una visione prospettica del ruolo imprenditoriale e sociale dell’agente di assicurazione del futuro.

E’ un tema troppo importante perché sia lasciato cadere così, ma se davvero non possiamo fare nient’altro, allora… ai posteri l’ardua sentenza!


Buona lettura a tutti.  

Renzo Di Lizio
Componente di Giunta

ANAPA Rete ImpresAgenzia







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