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Opinione della settimanaL'OPINIONE DELLA SETTIMANA di Federico Serrao: DISRUPTION BONUS MALUS

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L'OPINIONE DELLA SETTIMANA di Federico Serrao


DISRUPTION BONUS MALUS


Care colleghe e cari colleghi,



pur se ci sforziamo di non utilizzare ossessivamente parole, vocaboli e terminologie provenienti e in uso nel mondo anglosassone, debbo ammettere, a denti stretti, che su di me qualcuno di questi esercita un fascino particolare.

A tale proposito uno dei termini che più ho sentito citare negli ultimi anni è DISRUPTION, alias ROTTURA.
Tecnicamente è l’inizio di una nuova tecnologia - che origina il cambiamento di un’attività - trasformando radicalmente il modello preesistente; volendo trovare degli esempi recenti di disruption, si può pensare al fenomeno delle tv digitali a pagamento che ha radicalmente cambiato la fruizione di tale strumento, rispetto a quando uscivamo di casa per noleggiare dvd o film in cassetta. Non ci sono voluti anni, ma pochi mesi, per il verificarsi di questa transizione e il fallimento di chi operava in quel mercato, vedi la catena Blockbuster.

Nel mondo assicurativo, la digital disruption non ha comportato al momento radicali cambiamenti ai modelli esistenti - in termini di modalità di acquisto di prodotti e servizi, pur se, dietro l’angolo, i big data, l’intelligenza artificiale e l’Internet delle cose, sappiamo bene che consentiranno al comparto di essere più capillare, con offerte personalizzate e l’acquisto di polizze istantanee e noi intermediari non dovremo subire, ma essere “dentro a questo cambiamento”.

Ecco, scusandomi per il lungo prologo vorrei spendere un paio di concetti su un esempio di DISRUPTION non TECNOLOGICA, ma ASSICURATIVA, rappresentata dall’entrata in vigore del cd NUOVO BONUS-MALUS FAMILIARE, di cui alla recente MODIFICA dell’art. 134 del Codice assicurazioni private, approvata il 25 dicembre scorso nel decreto fiscale e nel decreto milleproroghe.

Un provvedimento che si caratterizza per essere stato accolto in modo negativo all’unisono non solo dalla nostra Associazione, che ha preso ufficialmente posizione a difesa di noi intermediari - che subiremo nuovi e pesanti oneri amministrativi senza che questi si rifletteranno su un beneficio economico per gli assicurati - ma anche da Ania e dalle associazioni dei consumatori, che non possono essere accusate di esprimersi in tal modo per interessi di parte.

Se l’intento è la diminuzione della tariffa Rc Auto, altrove si potrebbero ricercare gli strumenti per un apprezzabile (e aggiungo ulteriore) diminuzione dei premi, giacché sono già calati del 25% negli ultimi sei anni. Ma certamente sarebbe meno d’effetto, meno populistico e demagogico, quindi per questo trascurato dalla politica.

Chi è del mestiere sa bene che, ad esempio, applicare una volta per tutte la tabella del Tribunale di Milano per la quantificazione delle MACRO invalidità, oppure vietare la vendita di polizze complesse in internet per evitare il fenomeno delle truffe on-line e sancire la fine dell’esistenza di siti irregolari che contribuiscono al fenomeno de facto dei veicoli non assicurati, contribuirebbero già di per sé a creare uno “spazio vitale” per gli attuari e per la diminuzione dei premi a medio-lungo termine.

Gli ideatori di questo provvedimento avrebbero dovuto tener conto che la politica non può imporre ad un'industria, almeno in un Paese democratico, il prezzo con cui questa deve vendere i propri prodotti e servizi, men che meno se tale vendita è obbligatoria; e che le industrie assicurative hanno l’obbligo di calcolare i premi con criteri precisi e scientifici, per evitare squilibri tariffari che questo provvedimento, in vigore dal 16 febbraio, comporterà, e che saranno sicuramente colmati con aumenti in altri segmenti della generazione della tariffa RCA.

Nel mezzo, come sempre ci troviamo noi intermediari, che qualcuno vorrebbe ai margini di una ipotetica distribuzione 4.0 e che invece siamo, e sapremo essere, sempre più centrali nell’attività di consulenza. I VERI PROTAGONISTI di un mercato che auspichiamo non debba essere ancora vittima di chi in modo demagogico vuole raggiungere un risultato di breve periodo, lasciando ad altri la gestione degli effetti di tale comportamento nel lungo termine.

Buona Lettura!

Federico Serrao

Componente di Giunta
ANAPA Rete ImpresAgenzia


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