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Opinione della settimanaL'OPINIONE DELLA SETTIMANA di Elena Zambelli: L’ASSICURATORE E LA SUA IMPORTANTE FUNZIONE SOCIALE

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L'OPINIONE DELLA SETTIMANA di Elena Zambelli


L’ASSICURATORE E LA SUA IMPORTANTE FUNZIONE SOCIALE




Cari colleghi,

raccolgo la sollecitazione del collega Giovanni Trotta, espressa qualche tempo fa nell’opinione della settimana intitolata “Mio figlio farà l’assicuratore?”, per cercare di approfondire l’interessante tematica.

Nell’istinto di ogni genitore esiste la volontà innata di “fare il bene” per i propri figli, per garantire loro il meglio sotto il punto di vista dell’affermazione personale ed economica. E’ probabile pertanto che la scelta di indirizzarli o meno nella direzione della nostra professione, sia proporzionale al grado di soddisfazione ed appagamento che noi stessi percepiamo nei confronti dell’attività stessa.

La domanda che ci facciamo quindi è: “Perché mio figlio dovrebbe fare l’Assicuratore?”. Quali aspettative, quali opportunità, quali soddisfazioni economiche e personali questa attività può offrirgli e garantirgli?
Se ci limitassimo ad una valutazione superficiale e troppo razionale, probabilmente giungeremmo all’individuazione di considerazioni alterate ed inquinate da luoghi comuni e stereotipi. Non esiste nessuna attività immune da momenti di difficoltà o di sconforto ed è proprio da questa consapevolezza che ciascuno di noi ha piena coscienza della risposta alla domanda.

Per la sua FUNZIONE SOCIALE! 

Mi rendo conto che parlare di “funzione sociale” di un istituto, quello assicurativo, che spesso non gode dei pieni favori della pubblica opinione, potrebbe apparire difficile da sostenere.
Tuttavia, ed è la storia che ci aiuta in questo compito, è esattamente una questione “sociale” quella che ha dato origine all’istituzione di tutela del proprio lavoro, della propria persona e del proprio capitale. Tutto ciò deriva dal bisogno primario dell’individuo di proteggere se stesso, la propria famiglia e il proprio patrimonio. Per la maggioranza degli individui, la motivazione ad evitare una perdita è superiore alla motivazione a realizzare un guadagno.

Risiede pertanto in quest’ultima considerazione “l’immortalità” della nostra professione, purché svolta con la piena consapevolezza di doversi evolvere con essa e con la realtà che ci circonda. È un ruolo importante e per svolgerlo bene non è sufficiente la conoscenza tecnica, seppur approfondita, dei “prodotti”. Occorre anche essere dotati di una buona dose di empatia, saper porre le domande giuste e far si che il cliente scopra, in noi, dei validi compagni per prendere delle decisioni informate, tutelando ciò che gli è più caro.

Ha ragione il collega Giovanni Trotta quando dice che “un mondo senza assicuratori è un mondo peggiore…”, lo sarebbe sicuramente per i clienti e lo sarebbe in fondo anche per noi che svolgiamo questa professione (…o missione) con la luce negli occhi, con sentimento ed orgoglio.
Non so se mio figlio farà l’assicuratore…io la scelta l’ho fatta tanti anni fa e, col senno di poi, posso garantire ad una grande assicuratrice, mia madre, che è stata quella giusta. Perché le parole insegnano ma gli esempi trascinano”!

Buona lettura.

Elena Zambelli
Presidente Regionale Emilia Romagna
ANAPA Rete ImpresAgenzia




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