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Dicono di noiIl Sole24Ore Plus: le condizioni Unipol per salvare il Fonage.

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È in corso una nuova puntata della “telenovela”, se non fosse per la drammaticità della situazione, di Fonage, Il fondo pensione degli agenti assicurativi in forte dissesto finanziario (oltre 500 milioni di euro). Dopo oltre un anno di incertezza, quando sembrava finalmente arrivata l’ora della verità, ossia quando il commissario nominato dalla Covip aveva presentato il suo piano di risanamento, chiedendo entro il 18 settembre alle parti sociali coinvolte l’accettazione dello stesso, si apre un nuovo capitolo.
Il commissario straordinario, Ermanno Martinetto, nei giorni scorsi ha infatti reso noto in un comunicato che alla scadenza prevista per la formalizzazione della posizione delle diverse parti sociali in merito al Piano di Riequilibrio presentato il 10 settembre, sono pervenute le adesioni favorevoli solo di Anapa, Ania e Unapass. Le altre parti sociali coinvolte il Sindacato nazionale agenti e Unipol, attore aggiuntosi dopo che la compagnia ha deciso di uscire dall’Associazione delle compagnie, hanno avanzato alcune osservazioni e richieste di chiarimento. Così il commissario ha chiesto più tempo alla Covip che aveva fissato come scadenza il 25 settembre, data entro la quale era prevista la presentazione all’authority di un piano definitivo di risanamento. Il commissario, con il supporto del Comitato di sorveglianza, fornirà a breve gli ulteriori chiarimenti richiesti assegnando un definitivo termine breve per la formalizzazione delle adesioni.
La posizione Sna è stata ancora una volta netta:in un corposo documento il sindacato ha ribadito tutte le perplessità sul piano e ha comunicato di non voler esprimere una posizione non essendo peraltro tenuta a farlo in una fase di amministrazione straordinaria. Inoltre il sindacato ha presentato ulteriori rilievi tecnici.
A sorpresa non ha dato il suo assenso al piano anche Unipol, che, a quanto risulta da ambienti vicini al fondo, ha dato sostanzialmente un sì condizionato all’eliminazione delle penalizzazioni previste dal piano sui valori di trasferimento per gli agenti che volessero chiudere la loro posizione pensionistica per trasferirla verso altri strumenti previdenziali. Una penalizzazione che nel piano viene prospettata ma non quantificata, e che pare in contrasto con la legge 252/2005 che vieta penalizzazioni.
Ora in attesa della prossima puntata è anche il momento degli accorati appelli. È intervenuto infatti l’ex presidente del fondo Francesco Pavanello con una lettera in cui spiega che, pur non condividendo il piano, «siamo sull’orlo del baratro – spiega Pavanello, la cui gestione del fondo è stata messa sotto accusa dal commissario stesso – . Il pericolo della liquidazione coatta di Fpa non è mai stato così vicino ed è esattamente il contrario dell’obiettivo che si pone lo Sna mentre, forse, è quello che alla fine conviene più alle compagnie che, ovviamente ben felici, verranno “liberate” dagli obblighi contributivi».
Anche la giunta esecutiva del gruppo agenti Generali ha chiesto a tutti i gruppi agenti, in particolare a quelli iscritti allo Sna, di fare sentire la propria voce affinché il piano venga accolto altrimenti «si apre la via della liquidazione, con l’inevitabile perdita di risparmi da parte di tutti e dove, gli attuali pensionati, sarebbero creditori privilegiati, rispetto a quelli attivi. Nel caso di messa in liquidazione – spiega Vincenzo Cirasola, presidente Gaa Generali e di Anapa – sarà il consiglio direttivo del gruppo agenti Generali a valutare quali azioni politiche o giuridiche intraprendere nei confronti dei responsabili».
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Federica Pezzatti


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