ANAPA Associazione Nazionale Agenti Professionisti di Assicurazione

Rassegna stampaEditoriale e rassegna stampa settimanale n. 31 del 13/10/2017 di ANAPA Rete ImpresAgenzia

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ASSICURAZIONI, INVESTIAMO NELLA CULTURA NON NELL'OBBLIGOCari colleghi,Una notizia di questi giorni, ripresa da alcune testate, riporta che in Giappone un ciclista è stato condannato, dalla Corte Distrettuale di Tokyo, ad un risarcimento di 47 milioni di yen (420.000 dollari) per aver investito un pedone.Il Governo giapponese sta pensando di introdurre la copertura R.C. obbligatoria per le biciclette, ma intanto la sola Sompo Japan Nipponkoa Insurance, dal 1° aprile, ne ha già vendute 400.000.Viene da pensare a quanto accade in Italia, traslando il concetto sulla R.C. Auto: dalle ultime statistiche sembra che il 14% dei veicoli giri senza copertura assicurativa, alcuni di questi già da qualche anno. Adesso sarebbe facile il confronto impietoso col Giappone, dove il solo senso civico e la giusta valutazione dell'imprevisto spingono i cittadini ad assicurarsi, mentre in Italia nemmeno la Legge ci riesce. I Giapponesi hanno una scala di valori diversa dagli Italiani, hanno un senso del sociale più elevato, hanno una cultura assicurativa differente; in Italia il rapporto dei cittadini con l’assicurazione non è particolarmente idilliaco, soprattutto per quel che riguarda la R.C.A., considerata alla stregua di una tassa più che di una copertura assicurativa.Al Sud questo disamore è particolarmente amplificato, anche perché il fattore economico incide molto sulla percezione che ognuno di noi ne ha: consideriamo che il Meridione ha un reddito pro-capite più basso del Settentrione e, al contrario, la R.C.A. costa notevolmente di più; questo costo maggiore non è più supportato dalla sinistrosità, perché è vero che esistono alcune città o province particolarmente a rischio, ma esistono anche tutte le altre città o province sicuramente sotto la media, che però pagano lo scotto della collocazione geografica. Come ad esempio la Basilicata, mia terra, ma potremmo pensare a molte province minori della Sicilia o della Calabria.Esiste quindi un oggettivo fattore economico, al quale si affianca una scala di valori inversamente proporzionale a quella giapponese: in campo assicurativo è difficile parlare di rispetto per il prossimo (sia esso controparte del sinistro o Compagnia assicurativa), il senso del sociale lascia il tempo che trova, visto l’abbandono da parte dello Stato che si percepisce in Italia e in particolare al Sud, e quindi anche la cultura assicurativa è differente: l’assicurazione è un obbligo e in caso di sinistro si cerca non il ristoro del Danno, ma il bilanciamento delle spese.Ma noi siamo fiduciosi: una politica attenta da parte delle Compagnie, unita alla professionalità che solo gli agenti sono in grado di dare andrà sicuramente a modificare, speriamo nel breve periodo, il rapporto tra cittadino e assicurazione, portando l’Italia, attualmente sotto assicurata, a quei livelli europei e, perché no, giapponesi che porterebbero benefici per tutti.Buona lettura!Michele Pascarellipresidente regionale di ANAPA BASILICATA
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