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Dicono di noiAddio a Massimo Congiu

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Dopo una lunga e coraggiosa battaglia contro la malattia si è spento a mezzanotte Massimo Congiu, past president di ANAPA Rete ImpresAgenzia e ultimo presidente di UNAPASS. Nelle righe che seguono affidiamo il suo ricordo a Paolo Iurasek, vicepresidente di ANAPA, amico di lunga data di Congiu e suo compagno in molte battaglie per la categoria degli agenti assicurativi.

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Quando arriva il messaggio è uno di quelli che ti aspetti da tempo, per i quali ti prepari, o meglio, credi di esserti preparato, perché invece ti lascia inerme, vuoto, senza parole o pensieri.

Come sempre, Massimo ci aveva abituato ad un nuovo atteggiamento, ad una sorta di gestione del cambiamento, ad un nuovo modo di vivere, ad andare oltre, a “vivere la malattia” o forse, a vivere “nonostante” la malattia. Da giugno del 2014 ci aveva spiegato la differenza tra lo “stare accanto” e lo “stare vicino”, con la forza interiore che lo ha sempre contraddistinto ci aveva introdotto con semplicità e con la sua tipica curiosità nel mondo parallelo del “malato” delle sue priorità, del suo essere “diverso” da chi sta bene. Nel suo libro “A me non può succedere che molti hanno letto piangendo, emergono il coraggio di chi mantiene con lo stile che gli è proprio la dignità di essere, prima che malato, una persona. Affronta e ci rende partecipi delle difficoltà burocratiche di un mondo che non è pensato per assistere chi non è sano, che non è previdente, che aldilà delle parole e delle dichiarazioni della politica, lascia soli e non assiste. Provare per credere. Sui social e con l’impegno personale aveva costruito intorno a se una piccola comunità nella quale aveva condiviso esperienze e speranze con malati e non. Oltre la diversità.

Un anno fa, ad ottobre in occasione del suo cinquantesimo compleanno, con la solita ironia mi aveva detto: “Di solito le persone si lamentano di essere arrivati a cinquant’anni…non sai quanto io invece l’abbia desiderato!”.

Per questo resto vuoto e inerme.

Questo suo modo di amare la vita ci stava abituando al fatto che, pur nella gravità della situazione , il “guerriero”, come l’avevamo soprannominato, ce l’avrebbe fatta. Con una negoziazione assertiva, lunga ma mai doma, nonostante la difficoltà, avrebbe condotto alla ragione il tumore. L’avrebbe convinto ad andarsene. Senza guerre ma con ostinazione, perché, diceva “iononmiarrendo”. Aveva reso concreto per ognuno di noi il termine “resilienza” strappato alla meccanica e prestato prima alla psicologia e poi con la sua esperienza, alla vita.

“Sono sempre più convinto che non si muore di tumore”, mi ha detto pochi mesi fa, davanti a un bicchiere di vino in uno dei momenti intimi della nostra amicizia di questi dodici anni. “E’ il sistema che collassa e si muore per un’altra causa”. La sua capacità non comune di “vedere” lontano, di avere una visione prospettica, di immaginare scenari non l’ha mai abbandonato nemmeno quando l’ oggetto non erano più la professione o la categoria, ma era diventato lui stesso.

Il ruolo di rappresentanza, prima nell’Associazione Agenti Unipol e poi come Presidente di UNAPASS, che il “giovane vecchio Presidente”, così definito dalla stampa proprio per la sua esperienza, ha ricoperto in quasi quindici anni di appassionata militanza svolta con competenza e professionalità, lo ha visto protagonista attivo di tutti gli sconvolgimenti della professione. Dalla IMD al Regolamento 5, passando per il CdA e il risarcimento diretto, dalla sottoscrizione dell’ ultimo ANA 2003, di due CCNL e fino all’abolizione del tacito rinnovo e alla IDD (il 18 dicembre era dall’on. Gualtieri per ANAPA Rete ImpresAgenzia), Massimo Congiu è stato sempre parte attiva dell’interesse della Categoria con uno sguardo attento al futuro e le sue riflessioni molto profonde ed attente a ciò che in altri settori e nel Mondo stava succedendo.

Negli incontri istituzionali, al MISE, in IVASS o all’ANIA, la qualità dei suoi interventi, lucidi ed analitici, spesso supportati da dati e riflessioni condivise, è sempre stata apprezzata per la dialettica, i toni e l’ educazione con la quale usava rappresentare il suo dissenso anche nelle fasi più critiche, senza mai perdere la compostezza o scivolare nel triviale.

Anche con i suoi “rivali” o presunti tali, pur in occasione di confronti anche duri ha sempre mantenuto un atteggiamento corretto e di rispetto, leale ed onesto preferendo, ove possibile, ciò che unisse a ciò che avrebbe potuto dividere.

Difficile immaginare un mondo, questo mondo, senza la presenza e l’entusiasmo di Massimo. So per certo che gli mancherà moltissimo. So anche che non potrà mai sapere quanto invece mancheranno a noi tutti la sua intelligenza e la profondità del suo pensiero.

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